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Marco Tronchetti Provera, AD Pirelli: “Il PNRR è decisivo per tutta l’Europa. Meloni non perda l’occasione”

Non si può perdere l’occasione del Pnrr, altrimenti, il sempre più Vecchio Continente rischia «di diventare il vaso di coccio fra Cina e Stati Uniti», avverte Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato di Pirelli, in un’intervista a cura di Francesco Bertolino, su La Stampa. Ne va del futuro non solo dell’Italia, ma anche dell’Europa che nel piano può trovare lo slancio necessario a diventare un attore economico e politico sullo scenario internazionale, ritagliandosi un ruolo autonomo anche nella guerra in Ucraina.

Come va l’economia italiana?

«Nella nostra debolezza abbiamo un punto di forza: la nostra flessibilità e capacità innovativa ci fanno tirare fuori il meglio nelle difficoltà. Il problema è quando ci rilassiamo», sostiene il manager durante il Festival dell’Economia di Trento.

Oggi siamo rilassati?

«Siamo usciti dalla pandemia con una gran voglia di fare. Questo slancio può durare ma deve trovare uno sbocco. Perché non si areni, bisogna evitare inutili conflitti politici e far leva sulla parte sana del Paese, valorizzando anche il Mezzogiorno che non ha sinora partecipato alla crescita».

Anche il governo Meloni ha questa voglia di fare?

«E presto per giudicare. Si deve dare atto a Meloni di metterci l’impegno: non ha commesso errori a livello internazionale, ha carisma e alcuni ministri di indubbia qualità. Il suo predecessore Draghi ha costruito la cornice per il rilancio, ora va riempita di contenuti».

Nell’attuazione del Pnrr siamo però in grave ritardo. Non rischiamo di perdere il treno?

«Il passaggio è delicato. Noi abbiamo preso più soldi e quindi siamo messi peggio nei numeri assoluti, ma anche altri Paesi hanno problemi. Abbiamo la fortuna di avere dalla nostra il commissario Gentiloni, che a Bruxelles ha tenuto il filo anche nelle difficoltà, e il presidente della Repubblica Mattarella, che sostiene il percorso in Italia. La presidentessa del Consiglio è in buoni rapporti con gli interlocutori e, se il governo la segue, potremo riuscire a portare a termine un progetto complesso. Ne va anche del futuro dell’Europa. Perché? Il Pnrr deve diventare un moto vitale per rilanciare l’Europa, dove si è fermato l’ascensore sociale. Se l’economia non cresce, l’invecchiamento demografico intaccherà la struttura di welfare. Questo deve essere l’obiettivo di Bruxelles, che è spesso più incline a fare regole che progetti: serve invece un debito comune, una visione unitaria e soprattutto una leadership europea».

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