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Stefano Stefanini (diplomatico): «Russia-Ucraina: la nuova guerra del grano»

Il grano è diventato un elemento centrale del conflitto russo-ucraino. A parlare della questione è Stefano Stefanini, «L’Ucraina lo ha prodotto. L’Africa lo aspetta. La Russia lo controlla» dice il giornalista.«Il presidente di turno dell’Unione africana, il senegalese Macky Sall, è andato a bussare al Cremlino. Ha trovato un Presidente russo accogliente. Dopo aver messo il cappio del blocco navale al collo dell’agricoltura ucraina, Vladimir Putin ha scaricato su Kiev e sull’Unione europea la responsabilità della catastrofe umanitaria che minaccia molti paesi africani e asiatici».

«Nella versione di Mosca» osserva l’editorialista dalle colonne del quotidiano La Stampa «il problema non esiste. Gli ucraini – non interpellati – non riescono a esportare il proprio grano? La Russia è pronta a farlo per loro dai porti (ucraini) di cui si è impadronita a suon di cannonate: prima soluzione. Da quelli ancora in mano a Kiev, in particolare Odessa, vanno eliminati gli sbarramenti di mine – posti per prevenire l’assalto di mezzi da sbarco russi: seconda soluzione. Infine, vanno sbloccate le esportazioni russe di cereali e fertilizzanti, pure importanti per l’Africa: colpevoli lì sono le sanzioni dell’Unione europea».

«La Russia esporterà il suo grano. Il nodo riguarda quello ucraino. Fino a 75 milioni di tonnellate entro l’autunno, secondo Zelensky; anche facendo la tara, una quota non trascurabile del fabbisogno alimentare mondiale. Una relativamente piccola parte è quella di cui la Russia si è impossessata e cerca di esportare per conto proprio. È niente di meno che un furto alla luce del sole: volenti o nolenti, gli agricoltori ucraini sono stati arruolati nel popolo unico teorizzato dal Cremlino. L’unica è di esportare il grano accumulato a Odessa e in territorio sotto controllo di Kiev che rimane il grosso delle esportazioni attese dall’Africa, con Egitto, Marocco, Tunisia in testa».

«Come? La Russia, a parole, non lo esclude, ma pone condizioni non pienamente esplicitate. Mosca va messa alla prova. Cerca di farlo la Turchia, pure grossa importatrice di grano ucraino. Una mediazione pragmatica che può avere successo. L’importante è non subire passivamente l’offensiva di Vladimir Putin. Di riffa o di raffa, sta trasformando il grano ucraino in un’arma russa. I generali russi riescono a vincere le battaglie in Donbass solo distruggendo a tappeto con i bombardamenti. Il Presidente russo» conclude Stefanini «vuole vincere quella del grano con la propaganda propinata a Macky Sall».

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