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La Standing ovation per Draghi. Carlo Bonomi (presidente Confindustria): «Lei come De Gasperi, rimanga a lungo a Palazzo Chigi». Ecco le immagini

Una prima lunga standing ovation, di oltre un minuto, per il premier Mario Draghi appena il presidente di Confindustria Carlo Bonomi lo cita durante l’intervento all’Assemblea degli imprenditori, alla presenza di mille imprenditori italiani.

E poi di nuovo altri caldi applausi durante l’intevento che dedica al premier un lungo endorsement.

Il presidente del consiglio seduto in prima fila, si è alzato in piedi e salutato la platea presente al Palazzetto dello Sport nel quartiere Eur a Roma.

“In un Paese che ha accumulato squilibri ed errori pluridecennali, gli uomini del possibile finiscono per essere campioni mondiali di un’unica specialita’. Il calcio alla lattina, il rinvio eterno al futuro di qualunque soluzione effcace ai tanti ritardi e fratture economiche e sociali che abbiamo, purtroppo, accumulato nel nostro Paese. Che, proprio perche’ divenute cosi’ gravi, chiedono svolte di fondo, non interventi a margine e continuismo. Poi, ogni tanto, la storia delle istituzioni italiane ci ha riservato un terzo tipo di uomini. Gli uomini della necessita’. Ecco, Mario Draghi e’ uno di questi uomini, uomini della necessita’ “.   

Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso della sua relazione in occasione dell’assemblea, aggiungendo che “noi imprese non esitiamo a dire che ci riconosciamo nell’esperienza e nell’operato del Governo guidato dal Presidente Draghi e che ci auguriamo continui a lungo nella sua attuale esperienza. Senza che i partiti attentino alla coesione del Governo pensando alle prossime amministrative, o con veti e manovre in vista della scelta da fare per il Quirinale”. 

Ma quali licenziamenti

“La riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive è stata rinviata perché si pensava che il blocco per legge dei licenziamenti fosse la panacea. E’ stata una sciocchezza. Plurima”.

“Primo perché non ha impedito che nel 2020 quasi un milione di occupati abbiano perso il lavoro o non abbiano lavorato per lunghi periodi – ha detto – secondo perché ha alimentato la tesi ancor più infondata che, abolendo il blocco, ci sarebbero stati a quel punto milioni di licenziamenti. I numeri ci dicono, invece, che da inizio anno il numero di persone effettivamente al lavoro è risalito di oltre 500mila unità. E dicono pure che a luglio, caduto il blocco, la corsa a licenziare non c’è stata affatto”. 

Ammortizzatore Universale

“Sì a un ammortizzatore universale. Ma   di natura assicurativa, non una mera integrazione al reddito, pur   necessario, ma strumento anche di riqualificazione, aperto alla libera scelta individuale del lavoratore”.

“Perché – spiega – anche nelle crisi ordinarie   d’impresa serve formazione e serve ricollocazione, perché le aziende   possano assumere nuove competenze”.       

“Confermare la Cig con minimi interventi a latere, continuare a   credere che l’ammortizzatore sociale debba essere fondato sulla difesa del lavoro dov’era e com’era è un errore smentito da decenni: di qui nascono i cassintegrati storici degli oltre 100 tavoli di crisi aperti al Mise” prosegue.       

“E se un tempo si credeva che i cassintegrati per anni fossero utili   perché in ogni caso continuavano nelle statistiche a figurare tra gli   occupati, oggi che abbiamo adeguato i dati statistici alla nuova   normativa europea, non lo sono più neanche di nome” sottolinea Bonomi.  “Ma proprio perché il nuovo ammortizzatore universale dev’essere di   tipo assicurativo, allora tutti i nuovi soggetti beneficiare lo devono pagare in proporzione all’utilizzo. E se i partiti non vogliono dirlo   per ragioni elettorali noi dell’industria non possiamo accettare di   restare a far da bancomat come accade già con la Cig, e aggravando per di più la spesa per i contribuenti… ha pienamente ragione il Mef su questo”.       

Assurdo solo 3 miliardi per riforma fiscale

“Per la riforma fiscale stanziamo solo tre miliardi? Per quella che dovrebbe essere, a detta di tutti, una leva essenziale per la crescita e la competitivita’ delle imprese e degli occupati, dei redditi e dei consumi tanto compressi? Anche qui evito polemiche: la cosa si commenta da sola. E noi ci auguriamo che non sia cosi'”.

“Abbiamo dato oltre 3 miliardi negli ultimi 4 anni ad Alitalia fallita e alla piccola compagnia che nasce ora. E anche se per fortuna chi ha scelto il prepensionamento di Quota100 sono solo poco piu’ di 300mila, rispetto ai milioni di cui parlavano i suoi fautori: il costo aggiuntivo al 2028 di questa misura sara’ comunque di 18 miliardi”.    “Fatto tutto questo, per la riforma fiscale stanziamo solo tre miliardi?  – domanda Bonomi – Per quella che dovrebbe essere, a detta di tutti, una leva essenziale per la crescita e la competitivita’ delle imprese e degli occupati, dei redditi e dei consumi tanto compressi? Anche qui evito polemiche: la cosa si commenta da sola. E noi ci auguriamo che non sia cosi'”.   

Via l’Irap

“Anche perche’ – ha precisato – non serve solo un intervento sulla tagliola rappresentata dall’attuale aliquota Irpef 38%. L’Ocse ha indicato ancora una volta la via, come fa da tanti anni: meno tasse su impresa e lavoro, tagliando il cuneo fiscale. Quindi non solo interventi sull’Irpef, non solo una radicale revisione di tutti i bonus introdotti da destra e sinistra, che con prelievi forfetari hanno minato l’imponibile e introdotto distorsioni e iniquita’ inaccettabili sia orizzontali sia verticali nel prelievo sul reddito delle persone fisiche.  Ma anche via l’Irap e un sistema di imposizione sui redditi societari piu’ attrattivo rispetto a quello attuale”.   

“Non cancellazione nominale dell’Irap – ha precisato Bonomi -, per recuperarne comunque il gettito altrimenti. Se pensiamo ad una revisione a somma zero, non si produce ne’ crescita ne’ occupati”. 

Riforme Subito

“Le riforme occorre farle adesso. Basta rinvii, basta giochetti, basta veti. Basta davvero”. Lo ha sottolineato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso dell’assemblea annuale degli industriali.  “La nostra preoccupazione e’ sulle riforme, quelle strutturali e di contesto indicate nel Pnrr”, ha osservato Bonomi bollando come “profondamente sbagliata” la strada “del gioco a risiko delle bandierine del consenso effimero”.  

“Il cronoprogramma delle riforme – ha messo in guardia il numero uno di Confindustria – rischia di slittare. I ritardi mettono a rischio le prossime tranche di fondi europei. E soprattutto allontanano nel tempo cio’ che piu’ serve:che il Pnrr venga  scaricato a terra, bene e al piu’ presto”.

Niente enfasi

“Questo 6% di recupero, quest’anno” va “considerato con soddisfazione ma senza enfasi”, avverte il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che all’assemblea annuale dell’associazione degli industriali avverte:”Il vero punto non e’ il rimbalzo in corso quest’anno. La sfida e’ il tasso di crescita dal 2022 in avanti, che deve essere solido e duraturo”, “solo una crescita solida e duratura, di orizzonte decennale, puo’ rendere davvero sostenibile l’immane debito pubblico italiano”. C’e’ comunque “fierezza” per la ripresa in corso: “Come nella ripresina 2015-2017 l’industria e’ il vero traino del Paese”.

Ilva, 9 anni di follie

“A noi bastano 9 anni di follie pubbliche sull’ILVA di Taranto che ci obbligano a importare i laminati piani che non si producono piu’ li’, senza dovervi aggiungere anche perdite masicce di produzione e di occupati  anche per il Fit-for-55”. Lo sottolinea il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso dell’assemblea annuale.   “Serve dunque una valutazione seria dei governi di Italia, Germania e Francia, sia degli impatti economici e sociali dei nuovi obiettivi, sia delle risorse per affrontare i costi sociali, perche’ le proposte dalla Commissione Europea, cosi’  come sono ora, sono inadeguate”, aggiunge. 

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