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Alok Sharma (presidente Cop26): «Questo decennio sarà cruciale per il nostro futuro»

Le decisioni politiche che verranno prese nei prossimi anni saranno fondamentali per il destino del nostro pianeta. Se la politica non si dimostrerà in grado di fronteggiare le sfide poste dalla crisi climatica, a pagare saranno non solo le generazioni future, ma nostra stessa sopravvivenza.

«Dopo la storica intesa del G7 sul clima, ora siamo di fronte a un altro bivio cruciale prima della Cop26 di novembre a Glasgow: il G20 ministeriale a Napoli ha il dovere e la responsabilità di agire. In gioco c’è la sopravvivenza del pianeta». Lo afferma il presidente di Cop26, Alok Sharma, intervistato da Antonello Guerrera per la Repubblica.

Prima però c’è il G20 sul clima di oggi a Napoli. Che cosa dobbiamo aspettarci?

«Il momento è favorevole. Al G7 per la prima volta i Grandi si sono accordati su “zero emissioni” entro il 2050, un taglio netto entro il 2030, la rinuncia ai combustibili fossili, 100 miliardi all’anno ai Paesi in via di sviluppo per investire in energia pulita, che dovranno essere migliaia di miliardi dal 2025 in poi. Ora però arriva la sfida vera, il G20, che rappresenta oltre l’80% delle emissioni nel mondo e dell’economia globale. A Napoli si deciderà molto anche per la Cop26 e il suo obiettivo numero uno: tenere l’innalzamento delle temperature sotto 1,5 gradi. Spero che questi 20 Paesi trovino una quadra. Di certo, l’Italia guidata da Mario Draghi può essere decisiva: la leadership e l’attitudine costruttiva del vostro premier sono molto positive».

Uno dei principali ostacoli sarà però la Cina.

«È vero, ci sono Paesi che ancora non si sono impegnati allo stesso modo. A Napoli non sarà di certo una passeggiata. Ma bisogna seguire la scienza, e pensare al di là del proprio steccato. Lo abbiamo visto con le ultime, devastanti alluvioni, anche in Cina. I leader devono reagire, adesso. Non possiamo più aspettare. L’impatto del “climate change” sta già influenzando la vita di milioni di persone. Questo decennio sarà cruciale per il nostro futuro».

Questo G20, e poi soprattutto la Cop26 di novembre, sono la nostra ultima speranza per salvare il mondo?

«Sì. Per un bambino che nasce ora, il futuro del suo pianeta sarà deciso prima che abbia completato le scuole elementari. Non possiamo fallire».

Lei è ottimista sulla Cop26 che presiede?

«Sì. Quando ci siamo presi questo impegno insieme all’Italia, allora meno del 30% dell’economia globale aveva come obiettivo “zero emissioni”. Adesso oltre il 70%. Ma bisogna andare avanti e lo ripeterò al G20».

Quindi la Cop26 si farà? Causa Covid, ci sono stati molti dubbi.

«Sì, serve una Cop26 in presenza. Ci dobbiamo guardare negli occhi per fare il nostro meglio in questo momento storico. Tutti i Paesi sono d’accordo».

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