“Con un discorso breve e asciutto come nel suo stile Mario Draghi ha ribadito senza tentennamenti la linea di politica estera che sosterrà al Consiglio Europeo di domani e venerdì.
Sostegno all’Ucraina, ivi compreso l’invio di armi, al fine di rafforzarne la resistenza e costringere Putin al tavolo della pace.
Appoggio allo status di Paese candidato dell’Ucraina, Riforma dei Trattati dell’Unione attraverso la convocazione di una Conferenza intergovernativa, allargamento della Ue ai paesi balcanici Albania e Macedonia del Nord in primis”.
Lo sostiene il diplomatico Rocco Cangelosi.
“Ma il dibattito in Senato si è svolto all’insegna della più grande ambiguità, condizionato dalle posizioni emerse in seno ai Cinquestelle, con un Conte in forte contrapposizione alla linea del ministro Di Maio, sfociata poi nella scissione del Movimento.
Di fronte al timore di perdere la patente di conformità atlantista ed europeista, nessuno dei gruppi politici è stato capace di esprimere le reali preoccupazioni che agitano i sonni degli italiani, né di spiegare verso quale punto di caduta potrebbe andare lo sforzo svolto per la resistenza ucraina” scrive Cangelosi dalle colonne del magazine digitale Inpiu.net.
“Il sostegno incondizionato all’ingresso dell’Ucraina nella UE e alla sua integrità territoriale sembrano voler lanciare il cuore oltre l’ostacolo e, al di là del forte simbolismo politico, sposare una posizione non realista e per molti versi velleitaria.
Il legittimo interrogativo degli italiani su dove stiamo andando non trova risposta. Intanto la crisi si avvita e il pericolo per una estensione del conflitto aumenta come dimostra il nuovo focolaio di crisi a seguito della decisione lituana di bloccare il traffico delle merci sul corridoio che collega l’enclave di Kaliningrad alla Russia.
Non c’è dubbio che spetta solo all’Ucraina dire a quali condizioni è disposta a sedersi al tavolo del negoziato, ma pensare che ciò possa avvenire partendo da una situazione pre 24 febbraio non ha nessuna consistenza politica”.
“A meno che non si pensi ad una lunga guerra come sostengono alcuni circoli Nato e certi Paesi europei.
Ma se questa è la prospettiva, appare legittimo auspicare che Governo e partiti politici abbiano il coraggio di spiegare bene ai cittadini italiani a quali conseguenze si va incontro e quali sono i costi e i sacrifici da affrontare nel prossimo futuro”.