“La manovra interviene in un contesto macroeconomico caratterizzato da debole crescita, elevata incertezza geopolitica e segnali di minore fiducia.
Un tratto comune alle economie dell’eurozona è anche la tendenza calante della produzione nel settore manifatturiero, legato a una molteplicità di fattori non tutti contingenti: dalla crisi del settore automotive in Germania alla maggiore incidenza della stretta monetaria per la domanda di beni di consumo durevoli e di investimento.
In Italia l’aumento di fiducia dei consumatori, assieme al ritorno a una dinamica positiva delle retribuzioni reali e al continuo incremento occupazionale, possono innescare una maggiore crescita della spesa delle famiglie nei prossimi trimestri”.
Così il presidente del CNEL Renato Brunetta, nell’audizione sulla manovra presso le Commissioni bilancio congiunte di Senato e Camera dei deputati.
“La manovra è figlia del PSB. È strutturata in funzione degli obiettivi già illustrati nel Piano strutturale di bilancio.
In accordo con le nuove regole europee, che puntano al riequilibrio dei conti pubblici nel medio-lungo periodo, prevale l’orientamento alla prudenza, con uso parsimonioso delle risorse pubbliche”, ha aggiunto Brunetta.
MISURE NEL COMPLESSO RESTRITTIVE
“Inevitabilmente, dato l’obiettivo irrinunciabile del ridimensionamento del disavanzo per abbassare il peso dell’elevato debito pubblico, le misure sono nel complesso restrittive, sebbene gli obiettivi programmatici attenuino l’impatto delle tendenze a legislazione vigente.
Inoltre, la valutazione sulle conseguenze dell’economia dovrebbe tener conto dei benefici derivanti dal quadro di maggiore stabilità macroeconomica e di riduzione dello spread associata sia alla stessa condotta prudente nella politica di bilancio e alla stabilità politica, entrambi favorevoli al rilancio degli investimenti privati”.
UN TESTO SNELLO, PRUDENTE, OBBLIGATO, SEMPLIFICA VITA CITTADINI E MINISTERI
“Il Disegno di legge di bilancio può essere qualificato con tre aggettivi: snello, prudente, obbligato.
Snello perché è molto asciutto.
Non ci sono, come in passato, rimandi a numerose misure di accompagnamento, che finivano per appesantire il lavoro di Parlamento e Governo.
È un aspetto assolutamente positivo, perché semplifica la vita dei cittadini e delle imprese, costretti ad attendere mesi per capire l’esatto profilo giuridico delle novità e degli ambiti applicativi.
Ma semplifica anche la vita dei ministeri, chiamati a un grande sforzo normativo, che spesso finiva per essere lacunoso o, peggio, difettoso.
L’eccesso di normazione è uno dei gravi difetti del nostro Paese”.
CRESCITA INCORPORATA NEL PNRR, CRUCIALE SUA ATTUAZIONE
“Si confermano, nel disegno di legge, le priorità su cui l’esecutivo concentra gli interventi in un contesto di risorse scarse: costo del lavoro, imposte dirette, sanità, famiglia, revisione della spesa pubblica.
Può apparire mancante la politica per la crescita, tuttavia questa è incorporata nel PNRR, che costituisce uno stimolo sia congiunturale sia strutturale all’innalzamento della crescita potenziale, attraverso maggiori investimenti pubblici e privati.
La gamba della crescita c’è ed è una gamba possente, proprio perché costituita dalla messa a terra del PNRR, sia nella parte degli investimenti sia in quella delle riforme.
È proprio dall’attuazione di alcune delle misure previste dal Piano o da una loro insufficiente attuazione che possono venire i maggiori rischi in termini di crescita.
Il riferimento in particolare è alle iniziative riguardanti gli investimenti privati, a partire da Transizione 5.0, misura cui è associata una dotazione finanziaria di 6,3 miliardi di euro che a oggi risulta ampiamente sottoutilizzata dalle imprese.
Nella manovra sarebbe stato opportuno un maggiore collegamento esplicito con il PNRR e il suo ruolo nella crescita, anche in funzione di una positiva strategia sulle aspettative”.
EVITARE ‘EFFETTO BURRONE’ DOPO PNRR
“La manovra è importante anche per lo stanziamento di risorse volte a mantenere elevati gli investimenti pubblici dopo la fine del PNRR.
Lo stanziamento evita l’effetto burrone, ossia la caduta secca degli investimenti pubblici post PNRR, che avrebbe effetti deleteri sulla dotazione di capitale pubblico e sulla crescita dell’economia”.
DA ALLINEAMENTO POLITICHE DI BILANCIO PAESI UE RISCHIO DINAMICA NON ESPANSIVA
“Sul PNRR l’invito al Governo è non solo a continuare in un proficuo confronto con le istituzioni europee, come quello che negli ultimi due anni ha portato a importanti revisioni del Piano, ma a farsi promotore di un’iniziativa nei confronti della nuova Commissione affinché vengano ripensati contenuti e tempi di alcune misure dei Piani nazionali per contrastare l’effetto perverso che l’allineamento delle politiche di bilancio dei 27 paesi membri in una dinamica non espansiva porti a risultati non auspicabili sull’economia”.
BENE REPERIMENTO RISORSE PER SANITÀ
“Bene il reperimento di fondi per la sanità, per evitare che la spesa sanitaria sia trattata come tutte le altre uscite che vanno a comporre la spesa netta, cioè il parametro con cui si monitora il rispetto del sentiero di rientro dei conti pubblici nell’alveo della sostenibilità.
È un segnale importante di attenzione, anche se non possiamo che ribadire la doppia sfida che sta affrontando la sanità pubblica: sovraccarico delle strutture per carenza di personale e aumento della domanda di cure dovuto all’invecchiamento della popolazione”.
ANDREBBE RIPENSATO IL TAGLIO AL FONDO PER LA RICONVERSIONE DELLA FILIERA AUTOMOTIVE
“In riferimento all’automotive e alla filiera della componentistica andrebbe ripensato l’imponente taglio al relativo fondo, al fine di favorirne la riconversione, riducendone sì l’ammontare ma concentrando le risorse in direzione di politiche di riqualificazione dell’offerta in luogo di incentivi di stimolo della domanda di autovetture”.
PERPLESSITÀ SU MISURA PER RAPPRESENTANTE MEF IN ORGANI CONTROLLO DI IMPRESE CHE HANNO CONTRIBUTI PUBBLICI
“Relativamente al sostegno agli investimenti privati, è essenziale che le misure da un lato siano rafforzate con interventi fiscali incentivanti, dall’altro non siano ostacolate da interventi restrittivi della libertà di impresa che ne disincentivino la fruizione da parte delle aziende.
Il riferimento sotto il primo profilo è all’introduzione di un’IRES premiale per chi mantiene il 70 per cento degli utili in azienda per finanziare investimenti in tecnologia, produttività, welfare e formazione.
Mentre sotto il secondo si esprime perplessità per la misura che impone la presenza di un rappresentante del MEF negli organi di controllo di Enti che ricevono contributi pubblici”.
PUNTARE SU GIOVANI, ITALIA POCO ATTRATTIVA
“La fuga dei giovani dall’Italia giovani chiama in causa tutta la classe dirigente, privata e pubblica, il mondo delle imprese non meno che quello della rappresentanza dei lavoratori e del sistema politico.
I giovani vanno via e non tornano perché all’estero stanno meglio, non solo e non tanto in termini di retribuzione ma anche e soprattutto per il contesto di lavoro e di vita.
Stiamo perdendo la meglio gioventù.
Rendere attrattivo il nostro Paese ai giovani dei paesi avanzati è la più grande sfida, e anche opportunità, che abbiamo di fronte”.
ATTENZIONE ALLE AREE INTERNE
“Una specifica attenzione deve essere necessariamente rivolta alle aree interne del Paese.
In tal senso il CNEL intende attivamente concorrere all’elaborazione del nuovo Piano SNAI (Strategia nazionale aree interne) che sarà approvato dal Governo attraverso ogni possibile ed auspicabile forma di coinvolgimento e condivisione con le parti sociali, volto in particolare a definire un modello efficiente di governance sussidiaria integrata basata sul coinvolgimento degli stakeholder nell’ottica del principio di resilienza, prossimità e dialogo sociale”.
APPORTO TECNICO-SCIENTIFICO DEL CNEL SU EVOLUZIONE PSB
“Nell’ottica di fornire un qualificato e continuativo apporto tecnico-scientifico nell’ambito dell’evoluzione del PSB e dei relativi provvedimenti attuativi, il CNEL convocherà annualmente una o più Assemblee straordinarie correlate alle diverse fasi del ciclo di programmazione del bilancio previsto dalle nuove regole dell’Unione europea e volte ad esaminare in particolare lo stato di attuazione del Piano strutturale di Bilancio di medio termine 2025-2029 e a formulare di propria iniziativa eventuali osservazioni e proposte a Parlamento e Governo”.
CON FINE DECONTRIBUZIONE SUD POLITICHE PER IL MEZZOGIORNO RISCHIANO DI ESSERE DEFINANZIATE
“Una criticità va segnalata in merito alla fine della ‘decontribuzione Sud’.
Si reperiscono risorse per quasi 6 miliardi nel 2025, e per circa 4 nei due anni successivi, parzialmente compensate dall’intervento a favore delle imprese che operano nel Mezzogiorno mediante l’istituzione di un fondo.
Complessivamente, però, il saldo per il Mezzogiorno potrebbe essere negativo e di fatto le politiche per il Sud rischiano di essere definanziate più di quanto accada per le altre aree del Paese.
Occorrerà monitorare con attenzione gli effetti di questa misura, anche in relazione all’incidenza del lavoro sommerso”.
POSITIVE LE MISURE A FAVORE NATALITÀ
“Sono sicuramente positive le misure a favore della natalità.
Positive ma, purtroppo, insufficienti a contrastare la denatalità e quindi la glaciazione demografica.
Pensiamo solo al fatto che una donna lavoratrice con prole ha un reddito ridotto della metà rispetto a una donna lavoratrice senza figli, sia per le penalizzazioni di carriera, sia per il maggior ricorso al part-time sia per la più frequente discontinuità lavorativa”.
DA SOSTENIBILITÀ CONTI PUBBLICI MAGGIORE CREDIBILITÀ SUI MERCATI
“La manovra rispecchia il contesto istituzionale e fattuale.
Dal punto di vista istituzionale, il rispetto delle regole europee esige la convergenza nel medio-lungo periodo dei nostri conti pubblici sul sentiero di sostenibilità e quindi il raggiungimento degli stringenti obiettivi di costante riduzione del deficit pubblico e del costante aumento dell’attivo primario.
È un percorso che ci consentirà di avere una maggiore credibilità rispetto ai mercati.
E ci permetterà di ridurre lo spread.
Sul piano fattuale il debito pubblico italiano è molto elevato e va ridotto per ridare un orizzonte di stabilità e di fiducia e liberare risorse per l’iniziativa imprenditoriale”.
CRESCITA LEGATA A PNRR E A CAPACITÀ DI MOBILITARE RISORSE PRIVATE
“Con questa manovra snella non avremo il consueto assalto alla diligenza.
Nessuna nostalgia per le vecchie leggi di bilancio.
La crescita è inglobata nel PNRR ed è inoltre legata agli investimenti, alla capacità di mobilitare risorse private.
Per questo è essenziale l’alleggerimento della pressione fiscale e contributiva.
Ed è importante liberare risorse per l’iniziativa privata, anche creando un ambiente favorevole all’imprenditorialità”.
LA SCOMMESSA È IL TRASFERIMENTO SIGNIFICATIVO DI RISORSE AGLI INVESTIMENTI
“La manovra del 2025 e quelle degli anni a venire vedranno contrapporsi la bassa crescita delle spese correnti alla crescita sostenuta degli investimenti pubblici.
Questa la vera scommessa della politica economica italiana dei prossimi anni: i limiti alla spesa corrente sono lo sforzo richiesto al Paese per consentire un trasferimento significativo di risorse agli investimenti.
La correttezza di questa scelta dipenderà in maniera cruciale dalla capacità di questi investimenti di rilanciare effettivamente l’economia italiana, in particolare attraverso l’innalzamento del trend di crescita della produttività”, ha concluso Brunetta.