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Pubblicate le prime gare sull’idroelettrico in Lombardia | Lo scenario

La Regione Lombardia ha pubblicato ieri i bandi di gara per l’assegnazione di due concessioni idroelettriche scadute.

Sono di fatto le prime in Italia dopo che la regione Abruzzo ha deciso a inizio marzo di sospendere la gara per riassegnare alcune concessioni gestite da Acea e da un operatore che generava energia elettrica autoconsumata.

Contro quel bando avevano fatto ricorso al Tar altre utility come A2A e Enel.

Tra le criticità: la disposizione di un punteggio premiale a favore degli autoproduttori.

Dopo le obiezioni sollevate dal ministero dell’Ambiente proprio su questo, l’Abruzzo ha sospeso la procedura per modificare la norma.

Ora in Lombardia, territorio che produce circa il 25% dell’idroelettrico nazionale (ha la maggiore capacità produttiva in Italia) e ospita 74 grandi derivazioni di cui 20 scadute a partire dal 2010, vanno a gara dunque le prime due concessioni, scrive il Sole 24 Ore.

La prima, Codera Ratti-Dongo, della potenza di 19 Mw, sorge in provincia di Sondrio (Valchiavenna) nei comuni di Verceia e Novate Mezzola, e in provincia di Como (Alto Lago) nei comuni di Garzeno e Dongo.

La seconda, Resio, della potenza di 4 Mw, si trova nei comuni di Esine e Darfo Boario Terme, in provincia di Brescia (Valcamonica).

Nel bando di gara è indicato come “valore stimato della concessione” 395,4 milioni per la prima e 76 per la seconda. E anche la durata: 30 anni.

La pubblicazione dei bandi di gara è un passaggio atteso dopo che alla fine del 2023 la giunta regionale lombarda aveva deliberato per l’indizione delle procedure di riassegnazione delle prime concessioni di grandi derivazioni idroelettriche scadute.

Un atto normativo che aveva dato il via all’impugnazione da parte degli attuali concessionari degli impianti idroelettrici in oggetto, Edison per Codera Ratti-Dongo e A2A per Resio: gli operatori hanno infatti presentato ricorso al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche lo scorso gennaio.

Tra i punti contestati, la valorizzazione degli asset e la tutela dei principi di imparzialità, parità di trattamento e non discriminazione nell’ambito delle procedure.

L’indennizzo per opere bagnate (dighe, condotte forzate, canali di scarico) e opere asciutte (turbine, macchinari e altri beni materiali legati all’impianto) sarà sotto la lente anche nella lettura dei bandi pubblicati ieri.

“Contro il presente bando di gara è proponibile ricorso avanti il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche entro 60 giorni dalla pubblicazione”, si legge comunque nel documento.

A partire dal 31 dicembre 2023, le regioni hanno l’obbligo di procedere con nuove gare per la riassegnazione delle concessioni.

Una situazione che si è sbloccata dopo anni di proroghe e di mancanza di linee guida governative sul tema: solo nel 2019 in forza di una modifica legislativa che ha introdotto la regionalizzazione delle concessioni, le regioni hanno potuto intraprendere un percorso legislativo finalizzato alla riassegnazione.

L’operatività è comunque ancora lontana: secondo Massimo Sertori, assessore agli Enti locali, Montagna, Risorse energetiche, Utilizzo risorsa idrica della Lombardia, tenendo conto di tutti i tempi tecnici, “queste concessioni saranno operative entro la primavera 2026”.

Nel frattempo, in un’ottica di valorizzazione di asset strategici, che producono il 40% circa delle rinnovabili italiane, e di superamento dell’attuale assetto che presta il fianco a ricorsi, una via d’uscita auspicata da più parti, dagli enti territoriali stessi agli operatori, è l’introduzione di un ulteriore strumento normativo di cui dotare le regioni, che preveda per loro la facoltà di esplorare rapidamente la disponibilità dei concessionari uscenti a presentare un significativo piano di investimenti infrastrutturale e ambientale per il rilascio a tutti gli effetti di una nuova concessione.

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