“Il decreto Pnrr-quater prevede di acquisire nel Piano nazionale complementare una parte minima delle risorse per l’edilizia sanitaria ’ex articolo 20’ della legge 67/1988, mai utilizzate dalle Regioni: sono 1,2 miliardi a fronte dei quasi 10 miliardi ancora oggi fermi.
Fondi che una volta resi disponibili nel Pnc consentiranno alle amministrazioni di impiegarli con regole molto più agili e soprattutto per interventi di ’messa a norma’ antincendio e antisismica”.
Così in un’intervista su Sanità24 il presidente della X commissione Affari sociali, Sanità e Lavoro del Senato Franco Zaffini (FdI) ribalta la lettura che del decreto Pnrr-quater (Dl 19 del 2 marzo 2024) all’esame della Camera hanno dato sia le Regioni sia la Corte dei conti nella Memoria depositata in V Commissione Bilancio.
Secondo quanto rilevano i magistrati contabili, in particolare, il decreto (comma 13 art. 1) “dispone che gli investimenti destinati alla realizzazione del programma ’Verso un ospedale sicuro e sostenibile’, già finanziati con il Pnc, sono posti a carico del Fondo di cui all’articolo 20” (della legge 67 /1988, ndr).
Si tratta appunto di 1.266 milioni.
La Corte osserva che ’oltre a ridurre l’ammontare complessivo delle risorse destinabili a investimenti in sanità e a incidere su programmi di investimento regionali già avviati, lo spostamento comporta il rinvio dell’attuazione del progetto a quando saranno disponibili spazi finanziari adeguati’.
“Le cose stanno esattamente al contrario – replica Zaffini -: una parte delle risorse inutilizzate viene immessa nel circuito del Piano nazionale complementare, di cui seguirà le regole.
Tradotto: parte dei fondi inutilizzati dalle Regioni fuori programmazione e fuori accordi di programma è resa disponibile, sempre alle Regioni, per effettuare la messa a norma e quindi per stare dentro la Milestone del Pnrr.
Tengo a sottolineare che quello che è già ’cantierato’ e programmato non si tocca”.
Zaffini annuncia poi un tavolo presso il ministero della Salute, che “valuterà Regione per Regione e darà supporto anche rispetto a quest’ultimo provvedimento.
Le risorse ci sono – prosegue -. Si tratta solo di capire come spenderle: se con la farraginosa normativa ex art 20 oppure e limitatamente a questo 1,2 mld, con le regole del Piano nazionale complementare”.
Le regole di tiraggio delle risorse ex art. 20 “andranno comunque cambiate – avvisa infine Zaffini -: è quanto abbiamo chiesto al Governo a chiusura dell’Indagine conoscitiva sull’edilizia sanitaria condotta dalla X commissione che presiedo.
L’idea è di fornire intanto un supporto progettuale e amministrativo alle Regioni che non ce la fanno e poi modificare le norme che oggi prevedono una pletora ripetuta di accordi di programma, con relativo Dpcm, a ogni modifica.
Una complessità ormai inaccettabile”.