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Il DL PNRR passa alla Camera e va al Senato | Lo scenario

L’Aula della Camera ha approvato il Dl Pnrr quater con 140 voti favorevoli e 91 contrari, espressi da tutte le opposizioni (3 gli astenuti).

Il provvedimento passa ora all’esame del Senato per la seconda lettura e il via libera definitivo (deve essere convertito in legge entro il primo maggio e risultano pertanto improbabili ulteriori modifiche rispetto al testo licenziato da Montecitorio).

Il decreto legge con le ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, interviene sulla governance del Piano tenendo conto anche delle ultime intese sulla rimodulazione dei fondi e degli interventi concordate con Bruxelles.

Vengono tra l’altro stanziati circa 15 miliardi per completare le opere previste entro il 2026, e per sostenere quelle definanziate dal Pnrr e sostenute con il Pnc o con altri fondi (tra queste l’operazione ‘ospedali sicuri’).

Misure specifiche riguardano il rafforzamento della cabina di regia di Palazzo Chigi, anche attraverso l’attribuzione di poteri sostitutivi rispetto agli enti territoriali inadempienti.

Spetterà poi a singoli commissari straordinari il compito di vigilare sul compimento delle missioni riguardanti gli alloggi universitari, la valorizzazione dei beni confiscali alla mafia e al superamento degli insediamenti abusivi nel quadro della lotta allo sfruttamento dei lavoratori agricoli.

Il Dl prevede risorse anche per il Cnel e la stabilizzazione dei precari dell’amministrazione giudiziaria.

L’esame dei circa 150 ordini del giorno, che ha tenuto impegnato l’Assemblea per due giorni prima del voto finale, è stato caratterizzato, tra l’altro, dall’acceso contrasto delle opposizioni a una norma, inserita nel Dl con un emendamento FdI, relativa alla presenza di associazioni del Terzo settore nei consultori.

Sul punto, un ordine del giorno Pd, bocciato dall’Aula, ha fatto registrare l’astensione di 15 deputati della Lega.

Risulta consistente il pacchetto di emendamenti presentati da Governo e relatori, anche attraverso le riformulazioni di proposte di modifica avanzate maggioranza e opposizioni, accolti dalla commissione Bilancio.

Novità che riguardano, tra le altre, sostanziali correzioni al sistema della patente a crediti, puntuale riferimento al rispetto di concorrenza e trasparenza nell’ingresso di Poste in PagoPA, il ritardo della diffusione della banda ultralarga e la sanità.

La patente a crediti, che secondo quanto disposto dal decreto legge sarà obbligatoria per le imprese dell’edilizia dal prossimo ottobre, verrà estesa anche ad altri settori.

I diversi nuovi ambiti di applicazione verranno definiti attraverso successivi decreti ministeriali messi a punto a seguito di attività di monitoraggio effettuate dall’Ispettorato nazionale del lavoro.

Sarà inoltre sufficiente l’autocertificazione per dimostrare di essere in possesso dei requisiti necessari per ottenere la patente, ma il pacchetto di correzioni alla norma impone la revoca del documento in caso di dichiarazioni non veritiere accertate in seguito al rilascio (oltre alle conseguenze penali previste dalla normativa sull’autocertificazione).

Risultano inoltre riviste le sanzioni amministrative previste per le imprese sprovviste del documento (diventano pari al 10% del valore dei lavori e comunque non inferiore a 6mila euro, rispetto ai 6-12 mila euro originariamente indicati) e la tabella delle decurtazioni dei punti previste rispetto alle singole violazioni e infortuni.

La griglia delle penalità è stata contestata dalle opposizioni, perché considerata inadeguata, anche dopo le correzioni apportate dal Governo in Commissione.

È stata invece ristretta l’esenzione dall’obbligo della patente per le imprese dotate di certificazione Soa: varrà solamente per quelle di livello III.

Un’altra significativa novità riguarda il trattamento economico riconosciuto agli addetti in appalti e, a seguito degli emendamenti riformulati, anche dei subappalti.

Verranno rispettati i contratti nazionali sottoscritti dalle parti sociali maggiormente rappresentative a livello nazionale e non quelli, come era indicato originariamente nel testo, maggiormente applicati.

Con le modifiche apportate in prima lettura sono stati chiariti anche gli aspetti della cessione del 49% di PagoPA a Poste Italiane, disposta dal Dl stesso, che avevano destato perplessità sul piano della concorrenza e della trasparenza nei confronti degli altri operatori delle piattaforme dei pagamenti digitali.

È stato pertanto precisato che se Poste acquisirà dal ministero dell’Economia la quota indicata, non potrà stipulare patti di sindacato che abbiano per effetto l’esercizio di una influenza dominante su PagoPA.

Viene inoltre puntualizzato che l’operazione è sottoposta al controllo preventivo dell’Antitrust.

Con un’altra correzione, relativa ai numeri civici da cablare, si semplifica l’attuazione del Piano Italia 1 Giga consentendo così, a OpenFiber e a Tim di rispettare le scadenze delle convenzioni con Intratel.

Tra le opere da portare a compimento sulle quali interviene il provvedimento figura anche la linea 2 della metropolitana: uno degli emendamenti approvati dalla commissione Bilancio proroga di 180 giorni il termine affidato al commissario straordinario per comunicare al ministero delle Infrastrutture il cronoprogramma relativo a progettazione, affidamento ed esecuzione degli interventi.

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