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Piante fantasma e semi al posto degli alberi. Ecco il Pnrr all’italiana | L’esclusiva

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Roma, Bologna, Milano, Torino, Napoli, Palermo, Firenze, Venezia, Genova, Reggio Calabria, Messina, Catania e Cagliari avrebbero dovuto piantare 1.504.000 alberi entro il 31 dicembre scorso.

Impegnando buona parte dei 330 milioni di fondi europei previsti per il “Rimboschimento Urbano e tutela del Verde”. Invece alla fine hanno chiesto – e ottenuto dalla cabina di regia del Pnrr – di comprare e piantare (in prevalenza) semi. E non alberi.

Ma non è tutto, la missione del Pnrr prevedeva anche piante: 866 pagate e mai trovate (a Genova), pagate e piantumate già morte (a Torino).  

Eccolo il Pnrr all’italiana delle grandi città.

Lo fotografa il collegio di controllo sulla gestione delle amministrazioni pubbliche della Corte dei Conti, nella delibera 8 2023.

Un documento che l’Osservatorio Riparte l’Italia è in grado di pubblicare integralmente.

Che ammonisce il ministero dell’ambiente e le città coinvolte e avverte: “desta perplessità ritenere che possa equipararsi la semina in vivaio con la messa a dimora delle specie arboree presso le singole aree oggetto di forestazione. Se l’equiparazione, proposta dal Ministero, non dovesse essere condivisa dalla Commissione Europea, il target Q4-2022 non potrà ritenersi raggiunto e, sin d’ora, si nutrono seri dubbi che possa essere perseguito anche il target Q4-2024”.

Il verbale dei Carabinieri

“Al riguardo, si rappresenta anche quanto riportato nel verbale relativo ai controlli compiuti dal Comando dei Carabinieri presso la Regione Lazio – ovvero che “destano forte perplessità le indicazioni fornite sulle FAQ del MiTE in merito all’Avviso pubblico […] secondo le quali l’obiettivo del 10 dicembre 2022, relativo alla messa a dimora di 1.650.000 piante, può essere raggiunto anche con la semina in vivaio del materiale che sarà successivamente impiegato per la realizzazione del progetto finanziato. È opportuno precisare che il ‘materiale di moltiplicazione’ – che ricomprende anche il postime – non può essere considerato alla stregua delle piante messe a dimora”, aggiungendo, quindi, che “la semina in vivaio non può essere assimilata alla forestazione urbana e, pertanto, neanche essere oggetto di collaudo ai fini del raggiungimento degli obbiettivi del PNRR, trattandosi, la prima, di attività extra progettuale che esula dagli interventi finanziabili, mentre la forestazione urbana racchiude l’insieme degli interventi sul sito finale e si conclude con gli atti di collaudo, quale attestazione della regolare e corretta esecuzione dei lavori progettuali”.

Le piante fallate o sparite

Dai controlli effettuati in loco è emerso che la quasi totalità delle Città metropolitane è in fase di aggiudicazione o di esecuzione dei lavori. E tuttavia, la messa a dimora delle piante non è stata efficacemente effettuata e necessita di sostituzione delle fallanze a carico delle imprese aggiudicatarie. Spetta all’Amministrazione, in qualità di titolare delle risorse, siano esse nazionali o europee, vigilare ed eventualmente adottare le necessarie misure correttive, a garanzia del corretto utilizzo dello stanziamento di spesa.

Niente alberi nei centri urbani ma semi nei vivai

“Qualora la Commissione europea ritenesse di avallare l’orientamento ministeriale in questione, occorrerà comunque che l’Amministrazione fornisca un cronoprogramma dettagliato sui tempi del “planting” e del “transplanting” necessari per ogni tipologia di specie arborea, ai fini del rispetto di entrambi i target europei Q4 2022 e Q4 2024. Infine, poiché nel caso di semina in vivaio il collaudo non potrà, per evidenti ragioni, essere effettuato con sopralluoghi per la verifica in loco, sarà necessario individuare strumenti di certificazione ad hoc ai fini dell’attestazione di collaudo in sede di rendicontazione all’Autorità sovranazionale. Qualora invece la Commissione europea non dovesse considerare equivalente la semina in vivaio con la messa a dimora degli alberi, il target 2022 non sarà stato raggiunto”.

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