Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Paolo Mieli (Corriere della Sera): «Non è esagerato definire storica la candidatura dell’Ucraina per l’UE»

Paolo Mieli, sul Corriere della Sera, scrive che stavolta non è forse esagerato definire «storica» la decisione – solennizzata ieri sera a Bruxelles – con cui il Consiglio europeo ha conferito all’Ucraina (e alla Moldavia) lo status di «Paese candidato» all’ingresso nella Ue.

E, contemporaneamente, ha offerto alla Georgia la «chiara prospettiva» di un imminente passo nella stessa direzione.

Tuttavia, Mieli evidenzia anche le debolezze renane, ovvero il fatto che la coppia dell’asse renano a cui, da tradizione, spetta la guida dell’Europa, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuele Macron, si è vista costretta ad affrontare l’emergenza bellica in condizioni non ottimali. Per un mancato rodaggio della loro intesa.

Per la necessità che ambedue hanno avuto di misurarsi con opinione pubblica e apparati recalcitranti ad un reale impegno a favore dell’Ucraina (un problema che abbiamo avuto anche qui in Italia).

Per il peso di decisioni assunte nel più o meno recente passato che andavano in direzione opposta a quelle ritenute doverose per l’oggi (in particolare la Germania).

O anche per l’essere stati Macron e Scholz obbligati a misurarsi in prove elettorali con competitori indulgenti nei confronti di Putin (in particolare la Francia).

Così, se nei primi giorni a ridosso dell’invasione russa del 24 febbraio, era parso che l’Unione Europea intendesse darsi un contegno assai dignitoso, poi è apparso sempre più chiaro che i «grandi d’Europa», anziché raccogliere la bandiera della libertà dell’Ucraina e della lotta contro la sopraffazione russa, si sono rifugiati nei meandri delle procedure e delle discussioni economiche che da decenni sono la loro specialità.

E i Paesi europei hanno, forse consapevolmente, rinunciato a darsi un ben nitido profilo unitario.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.