Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Paolo Lepri (Corriere della Sera): «Schierarsi a fianco dell’Ucraina vuol dire difendere il primato della democrazia»

Se è vero che l’Ucraina è il punto finale dello scontro tra democrazia e autocrazia, l’obbligo per il fronte riconosciutosi nei valori condivisi è continuare a difenderli. Lo scrive Paolo Lepri nel suo editoriale sul Corriere della Sera. Il conflitto ucraino non riflette una contrapposizione tra ricchi e poveri del mondo.

I Paesi che si sono rifiutati di condannare o hanno preferito non condannare l’invasione (o quelli che sono molto prudenti, come l’Arabia Saudita) lo hanno fatto per ragioni di interesse, motivate generalmente da rapporti economici con Mosca o da contingenti calcoli geopolitici. Si è parlato, come ha fatto per esempio Le Monde diplomatique, di «una nuova forma di non allineamento».

Europa e Stati Uniti – spiega Lepri – stanno riaffermando il primato della convivenza nei rapporti internazionali ma cercano anche di rendere il mondo meno dipendente dai regimi non democratici.

Questo tentativo ha ispirato l’unità, superiore alle previsioni che si è creata per reagire all’aggressione della Russia.

La scelta di schierarsi a fianco dell’Ucraina si sta caricando sempre di più del senso di una battaglia ideale, che nasce certamente dalla solidarietà con l’aggredito ma arriva a sostenere ragioni più «astratte»: il primato della democrazia, la difesa dei diritti, il concetto di autodeterminazione, la riaffermazione delle libertà individuali.

“In questo quadro, è scorretto pensare che gli Stati Uniti stiano svolgendo un ruolo aggressivo o pericoloso per gli equilibri mondiali.

La posizione odierna dell’America di Biden affonda le sue radici in una politica di ideali da sostenere (con qualche zona grigia, purtroppo, come dimostra il caso Afghanistan)” prosegue Lepri.

Fare la voce grossa (come è accaduto all’inquilino della Casa Bianca) e perseguire la diplomazia (come ritiene opportuno l’Italia in questo momento) non sono due cose in contraddizione. Il presidente statunitense si rende certamente conto, guardando in prospettiva, della necessità di evitare un avvicinamento tra Mosca e Pechino.

Già molti risultati, intanto, sono stati ottenuti. Come scrive Thomas Friedman, Biden ha unito l’Europa, la Nato e l’Occidente, senza perdere un solo soldato, «per aiutare l’Ucraina a proteggere la sua nascente democrazia dall’assalto fascista di Vladimir Putin».

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.