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Le CNA di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia lanciano l’allarme: “A rischio 171 miliardi di export”

In Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, scatta l’allarme rosso per l’impatto che le misure di contrasto al Covid-19 porteranno all’economia del comparto manufatturiero. Le Confederazioni Nazionali Artigianato (CNA) delle tre regioni, che da sole producono il 40% del PIL nazionale, hanno pubblicato i dati, elaborati dal Centro Studi Sintesi di Mestre e divulgati dall’Osservatorio economia e territorio.

I numeri sono impietosi. Dall’analisi condotta, si evince che la sospensione delle attività in questo periodo di pandemia abbia portato, in totale, a compromettere 114 miliardi di euro di fatturato, mettendo a rischio anche 171,3 miliardi di euro di export, pari al 50 per cento di tutte le perdite nazionali nei passati 2 mesi. Ma non solo. In Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna hanno interrotto il proprio lavoro oltre 3milioni e 910mila lavoratori di cui più di 1milione e 435mila impiegati proprio nel manifatturiero.

Numeri alla mano, Alessandro Conte, Dario Costantini e Daniele Parolo, i tre presidenti delle CNA di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia ritengono “necessario avviare quanto prima la Fase 2” e che “la riapertura in sicurezza debba tener conto delle specificità; del comparto artigiano. L’attivazione di protocolli di sicurezza specifici regionali deve essere inserita in un quadro chiaro nazionale al fine di evitare ulteriore confusione”.

Queste tre regioni sono da oltre due mesi in prima linea nell’emergenza Coronavirus e proprio per questo i tre presidenti pensano che “la pubblicazione di questa indagine possa rappresentare uno strumento utile per gli amministratori regionali che saranno chiamati ad intervenire con misure di sostegno strutturali in base alle specificità dei territori”.

Nello specifico molto più diretto il responsabile di CNA Lombardia, la regione più martoriata dal virus. “Non abbiamo più tempo – afferma Daniele Parolo – Le nostre imprese devono poter ripartire in sicurezza o il conto economico che il Covid 19 ci presenterà; sarà salato, forse paragonabile a quello in termini di vite umane per i suoi effetti sociali di medio e lungo periodo. La società globale va ripensata, i Governi nazionali e la governance europea possono e devono riservare maggiore attenzione al sistema diffuso e capillare delle produzioni manifatturiere dei territori. Di questi giorni – ha continuato Parolo – è la fuga in avanti di alcune Agenzie di Tutela della Salute (ATS) territoriali sulle regole per la gestione in sicurezza della fase2. E’ una deriva pericolosa, serve unità, così come chiediamo tempestività e lealtà al sistema creditizio nell’attuazione del Decreto Liquidità”.

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