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Lavoro: anche il tirocinio dei periti industriali diventa in “modalità smart”

In questo periodo di spostamenti difficili, anche il Consiglio nazionale dei periti industriali ha predisposto, a livello nazionale, dei supporti tecnologici per il praticantato obbligatorio. Il tirocinio dei periti industriali si potrà, infatti, svolgere anche in modalità smart. Entrando nel dettaglio, i sei mesi del praticantato, obbligatorio secondo la legge per l’iscrizione all’ordine professionale, potranno essere sostituiti da un corso di “formazione frontale” di almeno 200 ore, che possono diventare 40 se svolte in modalità e-learning. Un modo valido in questo momento di emergenza legata al Coronavirus, ma in seguito, servirà per agevolare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, riducendo la durata del tirocinio e consentendo, nello stesso tempo, agli aspiranti alla professione di essere iscritti nel registro dei praticanti ancor prima di aver conseguito il titolo formativo.

Questa possibilità della formazione sostitutiva di una parte dei 18 mesi di praticantato per i diplomati, e dei sei mesi per i laureati triennali, è scritta nella riforma delle professioni voluta dall’ex-ministro della giustizia Paola Severino, che tra le modalità di svolgimento del tirocinio aveva previsto, accanto alla pratica presso un professionista, ”la frequenza con profitto, per un periodo non superiore a sei mesi, di specifici corsi di formazione professionale organizzati da ordini o collegi”. I tirocini cosiddetti agili troveranno inoltre riconoscimento nei piani di studio universitari delle lauree triennali (ma anche in quelle a orientamento professionalizzante), in base all’accordo quadro stipulato dal Consiglio Nazionale dei Periti Industriali con i ministeri dell’Università e della Giustizia, ripreso dai protocolli attuativi con i singoli atenei, che attribuiscono almeno trenta crediti formativi universitari.

Giovanni Esposito, presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali è stato chiaro: “In questo modo cerchiamo di rispondere all’emergenza attuale, mettendo in campo forme alternative a quella didattica frontale resa impossibile dall’emergenza sanitaria, ma soprattutto proseguiamo la strada di quel principio guida che sempre ha accompagnato l’attività di questo consiglio e cioè agevolare l’ingresso dei giovani nel mondo della libera professione, cercando di rendere il loro percorso più snello senza compromettere la qualità della loro formazione”.

Per quanto riguarda i dettagli, i corsi potranno essere organizzati dagli ordini territoriali o da enti formatori accreditati e dovranno essere incentrati su tematiche relative alla legislazione inerente la professione del perito industriale, dal regolamento istitutivo alle leggi correlate e agli aspetti di deontologia fino ai temi più tecnici dell’attività professionale. Ogni studente avrà a disposizione un tutor, scelto dall’ordine territoriale, in quanto ente formatore, che sarà inserito in un elenco nazionale di professionisti e sarà chiamato a vigilare sullo svolgimento delle prove di apprendimento finale. L’ente formatore invece stabilirà il contenuto minimo di ore di apprendimento per ogni materia oggetto della formazione. Per l’attività formativa svolta in e-learning, la prova di apprendimento è compresa nell’offerta formativa e deve rispettare i requisiti e le condizioni di erogazione della formazione secondo le modalità previste dal Regolamento sul tirocinio, mentre per i corsi di formazione svolti in via presenziale, il tutor predispone l’attività di verifica, anche attraverso un colloquio.

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