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[Il documento] ISTAT: nel 2021 l’indebitamento della PA è pari al 7,2 per cento del PIL

Notifica_22_04_2022

L’Istat ha pubblicato i principali dati della Notifica sull’indebitamento netto e sul debito delle Amministrazioni Pubbliche (AP), riferiti al periodo 2018-2021, trasmessi alla Commissione Europea in applicazione del Protocollo sulla Procedura per i Disavanzi Eccessivi (PDE) annesso al Trattato di Maastricht[1]. In base al Protocollo, i Paesi europei devono comunicare due volte all’anno (entro il 31 Marzo e il 30 Settembre) i livelli dell’indebitamento netto, del debito pubblico e di altre grandezze di finanza pubblica relative ai quattro anni precedenti, nonché le previsioni ufficiali degli stessi per l’anno in corso. Sulla Notifica trasmessa dall’Italia non sono state espresse riserve[2].

I dati relativi a indebitamento netto e debito delle AP costituiscono le principali grandezze di riferimento per le politiche di convergenza per l’Unione economica e monetaria (UEM) e sono stimati rispettivamente dall’Istat e dalla Banca d’Italia. Vengono inoltre forniti gli elementi di riconciliazione tra la variazione del debito delle AP e l’indebitamento netto e tra quest’ultimo e il fabbisogno del settore pubblico, calcolato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Tutti i dati, riferiti ai consuntivi per gli anni 2018-2021, sono sottoposti al processo di verifica condotto da Eurostat e coordinato, a livello nazionale, dall’Istat. Non sono, invece, qui riportate le previsioni ufficiali elaborate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per il 2022 che non sono inserite in tale processo.

I dati dell’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche per gli anni 2018-2021 sono elaborati in conformità alle regole fissate dal regolamento Ue n.549/2013 (Sistema Europeo dei Conti – Sec 2010) entrato in vigore il 1° settembre 2014 e dal Manuale sul disavanzo e sul debito pubblico edizione 2019; essi coincidono con quelli diffusi lo scorso 5 aprile   (https://www.istat.it/it/archivio/269044 “Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società”).

Nel 2021 l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche (-128.327 milioni di euro) è stato pari al 7,2% del Pil, in diminuzione di circa 30,7 miliardi rispetto al 2020 (-159.022 milioni di euro, corrispondente all’9,6% del Pil). Il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) è risultato negativo e pari al -3,7% del Pil, con un miglioramento di 2,4 punti percentuali rispetto al 2020. La spesa per interessi, che secondo le attuali regole di contabilizzazione non comprende l’impatto delle operazioni di swap[3], è stata pari al 3,5% del Pil, rimanendo invariata rispetto al 2020.

I dati del debito delle Amministrazioni Pubbliche per gli anni 2018-2021 sono quelli pubblicati dalla Banca d’Italia[4] e sono anch’essi coerenti con il Sistema Europeo dei Conti (Sec 2010). A fine 2021 il debito pubblico, misurato al lordo delle passività connesse con gli interventi di sostegno finanziario in favore di Stati Membri della UEM, era pari a 2.677.910 milioni di euro (150,8% del Pil). Rispetto al 2020 il rapporto tra il debito delle AP e il Pil è diminuito di 4,5 punti percentuali.


[1] Il Protocollo, in attuazione dell’art. 104 C del Trattato stesso, fissa i valori limite che possono assumere l’indebitamento e il debito pubblico:

– il 3% per il rapporto tra indebitamento pubblico, previsto o effettivo, e il prodotto interno lordo ai prezzi di mercato (Pil);

– il 60% per il rapporto tra il debito pubblico e il prodotto interno lordo ai prezzi di mercato.

Le tavole della Notifica trasmesse da ogni Paese sono reperibili sul sito di Eurostat alla pagina http://ec.europa.eu/eurostat/web/government-finance-statistics/excessive-deficit-procedure/edp-notification-tables

[2] Il termine “riserve” è definito nell’art. 15 del Regolamento del Consiglio n. 479/2009. La Commissione (Eurostat) esprime riserve quando sussistono dubbi sulla qualità dei dati comunicati.

[3] Si ricorda che la spesa per interessi è al netto anche dei SIFIM (Servizi di Intermediazione Finanziaria Indirettamente Misurati), secondo le metodologie di calcolo della Contabilità nazionale.

[4] Cfr. Banca d’Italia, “Finanza pubblica: fabbisogno e debito – febbraio 2022”, 15 aprile 2022

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