Il Tevere continua ad abbassarsi, la portata dell’Aniene inferiore alla metà della media storica, i laghi destinati a scomparire.
Una fotografia dai contorni tragici quella scattata dall’Anbi per il Lazio.
Per l’Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, scrive La Repubblica, la pioggia caduta negli ultimi mesi è “insufficiente per riequilibrare un bilancio idrico altamente negativo”.
Dalla siccità di giugno 2022, insomma, non siamo mai usciti. Per salvare l’estate – il periodo dell’anno più caldo, dove c’è maggiore necessità d’acqua – a questo punto non basterebbe nemmeno un marzo più piovoso della media.
Secondo il bollettino dell’Anbi la situazione è critica: “La decrescita del Tevere, dall’Umbria e fino alla foce, è costante”. E ancora, allargando il campo al resto del Lazio: “Sono in calo pure i fiumi Sacco e Liri”.
Per quanto riguarda i laghi, quello di Bracciano “rimane ad un livello più basso di 14 centimetri rispetto al 2022 e di circa 30 centimetri rispetto al 2021 e al livello del piccolo lago di Nemi mancano 84 centimetri”.
Il Trasimeno, infine, “non riesce neppure ad avvicinarsi ai livelli del 2022”.
Massimo Gargano, direttore generale dell’Anbi, lo dice senza mezzi termini: “Dobbiamo attrezzarci subito a gestire al meglio una situazione d’emergenza.
Assieme alla costante ricerca e all’applicazione di soluzioni per l’ottimizzazione d’uso delle risorse idriche, è necessario dare il via ad interventi per aumentare le riserve d’acqua: dall’efficientamento delle opere esistenti alla realizzazione di nuovi bacini multifunzionali”.
Altrimenti si arriverà a un punto di non ritorno.