Il governo Draghi nasce «come governo ecologico, fa del clima e della transizione digitale i suoi pilastri più importanti. Ma non siamo d’accordo su tutto». Il premier ha sottolineato che «sul bonus del 110% non lo siamo, perché il costo di efficientamento è più che triplicato e il prezzo degli investimenti per attuare le ristrutturazioni sono triplicati, perché toglie l’incentivo a trattare sul prezzo».
Nel decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri, la misura è stata comunque prorogata per altri tre mesi per le villette: «le cose vanno avanti in parlamento, il governo ha fatto quel che poteva e il nostro ministro dell’Ambiente è molto bravo», ha spiegato Draghi. Non si è fatta attendere la risposta del Movimento 5 Stelle: «Mario Draghi nel suo intervento di a Strasburgo durante la plenaria del parlamento europeo ha dichiarato di non essere d’accordo sul Superbonus; sinceramente lo avevamo già dedotto dai continui blocchi e dalle modifiche apportate alla misura nei mesi scorsi che di fatto hanno rischiato di renderla inutilizzabile».
Lo ha affermato Riccardo Fraccaro, ricordando «al nostro presidente del Consiglio che il Superbonus è espressione della volontà parlamentare di tutte le forze politiche, e per questo, anche se il suo giudizio personale è negativo, non può boicottare una misura che peraltro in più occasioni ha ricevuto lodi dalla stessa Unione Europea».