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Giancarlo Giorgetti (Mise): «Troppi errori e immobilismo sul gas in Italia»

Nell’ambito dell’energia l’Italia ha commesso gravi errori rinunciando a fonti di approvvigionamento diverse da quelle fornite dalla Russia. A sostenerlo è il ministro per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, nel suo intervento alla scuola di formazione politica della Lega in corso a Milano.

«Purtroppo, in passato, l’Italia, concentrandosi sulla Russia, non ha fatto una politica energetica tesa all’autonomia di approvvigionamento, diversificando le fonti. Abbiamo rinunciato a fonti di energia, prima fra tutte il nucleare, e questo ha creato nel tempo una situazione che ci rende oggi molto esposti, più esposti di altri rispetto a quello che sta accadendo». Nel recente passato «abbiamo rinunciato a un programma di investimenti sui rigassificatori», ha proseguito il ministro sottolineando che, al contrario, la Spagna ne «ha tanti», così come «la Francia ha il nucleare».

Per questo «si fa fatica ad avere una politica comune» in Europa, «come sul tetto del gas» ha aggiunto «che l’Italia continua a chiedere», nonostante le resistenze di altri Paesi. Domani, ha ricordato Giorgetti, Draghi sarà in Algeria «per cercare di portare gas al Paese», mentre continua il dialogo «anche col Qatar, e si sta discutendo con tanti Stati».

Adesso, «la corsa verso rinnovabili non risponde più a un nobile obiettivo ambientale», secondo Giorgetti, ma segue logiche «geopolitiche». Quindi «è chiaro» che quel percorso sulle rinnovabili «andrebbe accelerato», ma tenendo presente «che i settori che oggi sono più in difficoltà sono esattamente quelli impattati da questo tipo di misure di indirizzo». Insomma, «bisogna fare molta attenzione» ha avvertito Giorgetti «che magari tra due anni avremo sì bruciato le tappe ma anche la metà del sistema produttivo del Paese». E questo «non possiamo assolutamente permettercelo», ha concluso.

Draghi sarà in Algeria «per cercare di portare gas al Paese», mentre continua il dialogo «anche col Qatar, e si sta discutendo con tanti Stati». Adesso, «la corsa verso rinnovabili non risponde più a un nobile obiettivo ambientale», secondo Giorgetti, ma segue logiche «geopolitiche». Quindi «è chiaro» che quel percorso sulle rinnovabili «andrebbe accelerato», ma tenendo presente «che i settori che oggi sono più in difficoltà sono esattamente quelli impattati da questo tipo di misure di indirizzo». Insomma, «bisogna fare molta attenzione» ha avvertito Giorgetti «che magari tra due anni avremo sì bruciato le tappe ma anche la metà del sistema produttivo del Paese». E questo «non possiamo assolutamente permettercelo», ha concluso.

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