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Gabriele Canè (Quotidiano Nazionale): «Se l’Europa stenta e ritarda nelle vaccinazioni, la colpa è di Bruxelles»

«Se tutta l’Europa balbetta, stenta, ritarda nelle forniture e nelle somministrazioni, e quindi nelle guarigioni e nelle riaperture, bisogna dirlo: il difetto è nel manico. Che sarebbe Bruxelles, e il governo continentale della Commissione». Lo afferma Gabriele Canè sul Quotidiano Nazionale, sottolineando che «non si può non vedere e non denunciare una situazione partita male e che continua a non ingranare al meglio».

L’esecutivo comunitario, sostiene Canè, è «benemerito e insostituibile in tante cose, pensiamo solo al paracadute quotidiano che ci offre la Bce comprando a man bassa i nostri titoli, ma è fallimentare nel capitolo vitale delle fiale salvavita, in cui gli uomini di Big Pharma hanno potuto fare gli Erdogan con i nostri compratori come il ras di Ankara con la Von der Leyen e in cui i mercanti dell’Unione europea erano troppo sprovveduti per non sbattere i pugni o lasciare il salotto».

«Ora è tardi e si naviga a vista, sperando che l’amico Biden faccia in fretta a vaccinare tutti i suoi e arrivino i fiumi di dosi necessarie a farci immunizzare e ripartire; e che finisca pure la caccia ad AstraZeneca, troppo poco costosa per non avere una qualche controindicazione vera».

Nel frattempo – continua Canè – sarebbe sbagliato non avviare da subito una riflessione su questa Europa. Per chiedersi se ne serva “di più” per essere più forte con Pfizer come con la Turchia; se non vada finalmente completato il progetto con una costituzione, un governo vero, una politica estera, un esercito».

«O ne occorra “di meno”, cioè concentrata e forte sui suoi temi forti, economia, finanza, agricoltura, lasciando agli Stati più libertà di azione negli altri campi. Sapendo che il “di più” è forse un’utopia, e il “di meno” un rischio. Ma anche che così com’è, sarà sempre tra le grandi, e non solo, una potenza da strapuntino».

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