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Daniele Franco (ministro Economia): «Pnrr: primo passo verso un bilancio comune europeo»

Oltre a essere «un’occasione importante», il Pnrr è il primo passo «verso un bilancio comune europeo e un debito comune». Lo afferma il ministro dell’Economia, Daniele Franco, intervenuto al convegno “Pnrr è bene comune”.

«Il successo dell’attuazione del Piano italiano è fondamentale per l’Italia», spiega Franco «ma anche per Ue che per la prima volta ha fatto un passo verso un bilancio comune europeo e un debito comune. L’eventuale ripetizione di questo esperimento dipenderà dal successo nell’attuazione del piano italiano».

Il Recovery, spiega ancora Franco, «viene da una scelta europea molto innovativa, il Next generation Eu che vale oltre 800 mld di euro. È qualcosa di nuovo nella storia comunitaria e dovrà servire ad imprimere una spinta per uscire dalla crisi covid e permettere di accelerare la transizione di tutti i paesi verso obiettivi ambientali e tecnologici». Si tratta, spiega, «di un disegno ambizioso che ha come base la solidarietà. L’Italia è il paese che riceverà la parte più importante delle risorse».

L’Italia, sottolinea il ministro, «è cresciuta poco per tanti anni» e si è registrata una «crescita scarsa nel meridione. Da circa 40 anni il Pil pro-capite è fermo, non c’è più recupero. Il processo di convergenza del meridione sul resto del paese si è arrestato a metà degli anni 80. Il Pil pro capite nel meridione sta un po’ sotto il 60% rispetto a quello del centro nord: questo è un gap enorme nella durata e nella dimensione che non ha equivalente in altri paesi importanti europei».

Inoltre, osserva, «se guardiamo il tasso occupazione che in Italia è pari al 63% osserviamo che nel meridione è al 45%: 42% quello dei giovani e al 50% quello delle donne». Proprio per questo tra le priorità del piano «c’è la crescita inclusiva, i giovani, le donne e il meridione». Il meridione, aggiunge Franco, «è un problema ma il resto del paese non è nella stessa dinamica rispetto agli paesi. L’Italia ha perso progressivamente terreno su gli altri paesi europei in quarto di secolo».

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