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Food e ristorazione, non tutti vogliono riaprire prima

Non appare così scontato che tutti vogliano riaprire il riapribile anticipatamente. Per molti occorre cautela in quanto ancora in una fase abbastanza critica dell’emergenza sanitaria. Questo si legge in un rapporto del Centro Studi di Confimprese secondo il quale, oltre la metà delle grandi catene food e ristorazione, il 52%, non e’ d’accordo sulla riapertura anticipata dei  locali con le attuali misure di distanziamento sociale. Per Confimprese una via d’uscita potrebbero essere le agevolazioni  per l’occupazione del suolo pubblico richieste dal 97% delle  imprese, stando alle indicazioni di privilegiare spazi aperti per  le attività di somministrazione, ma anche in questo caso non  mancano le difficoltà. Le norme sono stabilite dalle singole  amministrazioni locali e differiscono da regione a regione. Per compilare i dati, è stato monitorato lo stato dell’arte delle aziende che operano nella ristorazione e nel food.

I NUMERI DEL CENTRO STUDI
A marzo e aprile l’85% delle imprese ha perso oltre l’80% del fatturato, il 9% tra il 50  e l’80%. Quest’ultimo dato è in parte dovuto al delivery con cui i retailer hanno cercato di salvare i conti. Oltre il 54% ha  riconvertito l’attività sulle consegne a domicilio, mentre il 66%  ha puntato sul take away e quasi il 9% sul drive through. Ma c’è anche una parte consistente pari al 31% che non ha svolto alcuna  attività

CONFIMPRESA
Parola al presidente Mario Resca. “Quando un imprenditore perde il 50% del fatturato per  due mesi consecutivi preferisce restare chiuso. Certo, l’obiettivo è riaprire il prima possibile, ma non alle attuali condizioni che non permettono  di coprire i costi. Con le normative vigenti – continua – non potremo rialzare le serrande nè a  maggio nè a giugno, servono risposte certe dal governo che continua a ignorare il commercio. I protocolli di sicurezza – ha concluso – sono poco chiari, dal lavaggio della stoviglieria, alle attività di sanificazione all’obbligo per il personale delle mascherine che non si trovano”.

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