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Francesco De Santis (vicepresidente Ricerca e Sviluppo Confindustria): «L’Italia della ricerca scientifica produce tante pubblicazioni ma pochi brevetti»

A differenza degli altri Paesi, la ricerca scientifica italiana produce molti articoli e pubblicazioni scientifiche, ma pochi brevetti: appena il 2,5% sul totale a livello mondiale. A sottolinearlo è Francesco De Santis, vicepresidente per la Ricerca e Sviluppo della Confindustria, nel workshop dell’Accademia dei Lincei sul sistema ricerca-industria in Italia.

«La Francia, ad esempio, nonostante abbia meno pubblicazioni rispetto a noi, detiene il 5,9% dei brevetti a livello mondiale; per non parlare di paesi come la Germania, che ne ha il 14,4%, o gli Stati Uniti (24,6». Questo vuol dire che il ritorno economico della ricerca italiana è scarso. A questo proposito, per invertire la rotta non bastano semplici ponti tra ricerca e industria, ma «è necessaria una partnership pubblico-privata che sia strutturale», ha detto ancora. Il Pnrr fornisce un notevole aiuto e, per De Santis, «il suo vantaggio principale è il tempo limitato che ci dà per realizzare i progetti», fattore che costringe ad accelerare le procedure.

Il vicepresidente in Ricerca e Sviluppo della Confindustria sottolinea infine il contributo alla ricerca in Italia del settore privato: «mentre la ricerca pubblica è rimasta sostanzialmente ferma, nel ventennio 2000-2020 la ricerca fatta all’interno delle imprese è quasi raddoppiata, passando dallo 0,5% allo 0,94%». Un grosso passo avanti, testimoniato anche dal fatto che, tra 2018 e 2019, il personale del settore privato impegnato in Ricerca e Sviluppo è aumentato del 7,4%

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