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Il sottosegretario Butti: “Il confronto tra gli operatori di servizi sia a livello Ue”

“Ciò che affligge le telecomunicazioni europee è una crisi di sistema competitivo e non di tecnologie: occorre intervenire sul primo, se si vuole che le seconde creino valore”.

Lo dice al Corriere della Sera il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti.

“Spesso si invoca un mercato unico europeo delle telecomunicazioni attraverso un consolidamento che dovrebbe portare ad avere 4-5 grandi operatori a livello continentale.

Una richiesta, va ricordato, che non tutti sostengono con convinzione”, prosegue, spiegando che “da una parte non sembra che i governi europei intendano rinunciare alle loro prerogative nazionali e al controllo dei rispettivi operatori nazionali.

Gli stessi operatori tlc del nord Europa, da Telenor a TeliaSonera o a Kpn, spesso citati come esempi, sono ancora oggi controllati dai governi nazionali.

Dall’altra, gli operatori Telecom sono sostanzialmente contrari a un consolidamento a livello europeo e nei fatti chiedono un consolidamento solo a livello nazionale.

Il punto vero è che nessun governo accetterà di ridurre il livello di concorrenza in ambito nazionale e di aumentare i prezzi, per non tradire consumatori e imprese che devono competere con quelle degli altri Paesi europei ed extra europei”.

Butti osserva che “se si vuole creare un vero mercato europeo delle telecomunicazioni l’obiettivo deve essere chiaro: consumatori e imprese europee devono essere liberi di acquistare i servizi di telecomunicazioni in tutta Europa, senza limitazioni e da qualunque operatore europeo”.

Inoltre, “l’argomento centrale è la separazione delle reti dai servizi.

Se consideriamo le esigenze di sicurezza nazionale e geopolitiche, le reti separate dai servizi consentono la nascita di operatori ‘wholesale only’ con reti nazionali controllate dai rispettivi governi.

Parlo di reti aperte e capaci di offrire servizi wholesale armonizzati a livello europeo.

Ma è a livello paneuropeo che va cercato il confronto competitivo tra operatori di servizi, che potranno così competere con i giganti americani ed asiatici avvalendosi di forti economie di scala sui mercati dei servizi offerti su base continentale.

Per far ciò l’Europa dovrebbe avviare una politica di deregolamentazione del mercato della fibra, con misure che incentivino la separazione della rete dai servizi e che regolamentino in modo più stringente gli operatori verticalmente integrati”.

Butti sottolinea poi la necessità che “le reti in fibra siano effettivamente realizzate e realmente collegate alle case e funzionanti.

Il modo migliore per spegnere il rame è realizzare reti Fthh assolutamente performanti, in questo modo consumatori e imprese adotterebbero senza esitazione le nuove connessioni”.

Quanto alla rete mobile, “per creare un mercato europeo delle telecomunicazioni bisognerebbe dimenticarsi del roaming, dando la possibilità ai consumatori e alle imprese europee di scegliere liberamente l’operatore in tutta Europa, senza confini nazionali e senza extra costi, sulla base solo delle offerte commerciali e della qualità dei servizi offerti.

La cancellazione del roaming porterebbe al consolidamento del mercato europeo così tanto richiesto dagli operatori continentali”.

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