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Coldiretti, Cibus: l’Italia ha ottenuto l’autosufficienza alimentare

Secondo quanto emerge dallo studio della Coldiretti – presentato al Salone CIBUS 2021 – per la prima volta nella storia recente l’Italia ha raggiunto l’autosufficienza nella bilancia alimentare. Questo grazie alle esportazioni di cibi e bevande nazionali, che hanno superato in valore le importazioni dall’estero, sotto la spinta del cambiamento nei consumi e nel commercio determinati dall’emergenza Covid.

Le esportazioni agroalimentari Made in Italy del primo semestre del 2021» sottolinea la Coldiretti «hanno raggiunto il valore record di 24,81 miliardi con un aumento del 12% rispetto all’anno precedente e lo storico sorpasso sulle importazioni che sono invece ferme nello stesso periodo a 22,95 miliardi. Un cambiamento senza precedenti» precisa la Coldiretti «realizzato sotto la spinta della “fame” di Made in Italy all’estero, nonostante le difficoltà determinate dalle chiusure della ristorazione in tutto il mondo, ma anche dalla scelta “patriottica” nei consumi degli italiani che hanno privilegiato la qualità dei prodotti nazionali anche per sostenere l’economia ed il lavoro del Paese».

«In Italia» spiega la Coldiretti «è necessario potenziare la produzione per coprire il deficit del 64% del frumento tenero e del 40% per il duro destinato alla produzione di pasta; per quanto riguarda il mais il Paese copre il 53% delle proprie necessità, mentre per la soia il 31%. E se nelle stalle si munge il 75% del latte consumato, la produzione di carne copre il 55% del fabbisogno, ad eccezione per pollo e uova per le quali il Paese ha raggiunto l’autosufficienza e non ha bisogno delle importazioni».

«Con la pandemia da Covid» precisa la Coldiretti, «si sono ricotti gli scambi commerciali, verificandosi accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione della popolazione. Il risultato è la volatilità dei prezzi che non solo penalizza i produttori, ma mette in difficoltà anche l’industria di trasformazione a danno dei consumatori e dei produttori».

«Occorre cogliere le opportunità del Pnrr con la digitalizzazione delle aree rurali, il recupero terreni abbandonati, le foreste urbane per mitigare l’inquinamento per contrastare i cambiamenti climatici», afferma il presidente Prandini nel sottolineare che «per sostenere la crescita dell’enogastronomia Made in Italy occorre agire anche sui ritardi strutturali». Un deficit che ogni anno rappresenta un danno in termini di Pil per le minori opportunità di export, al quale si aggiunge il maggior costo della ‘bolletta logistica” legata ai trasporti e alla movimentazione delle merci con un aggravio di 13 miliardi all’anno secondo il centro studi Divulga.

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