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Chiara Mormile alle Olimpiadi di Parigi: “Ragazzi, non mollate mai” | L’intervista di Antonietta Scala

Chiara Mormile, classe ’95, si è qualificata alle Olimpiadi di Parigi 2024 nel quartetto azzurro di Sciabola femminile. La squadra ha conquistato l’accesso ai Giochi olimpici grazie ai quarti di finale ottenuti nella tappa di Coppa del Mondo in Belgio.

Per Chiara è il coronamento di un sogno.

Partecipare alle Olimpiadi è il sogno di ogni sportivo che intraprende un percorso agonistico: cosa significa arrivare a realizzarlo?

Questo sogno è iniziato nel 2004, quando ero ancora una bambina che vedendo Aldo Montano vincere le Olimpiadi ha detto “Voglio farlo anche io.”

Nel corso degli anni è cresciuto dentro di me, alle volte è sembrato impossibile, ma non ha mai smesso di esistere e io di crederci.

Realizzarlo per me significa realizzare un obiettivo che ho perseguito per venti anni, che rappresenta gran parte della mia vita e della mia persona, ma soprattutto un grande riconoscimento per tutti i sacrifici fatti sin da quando ero piccola. Prenderne atto porta con sé la consapevolezza che per arrivarci sono serviti lunghi allenamenti e tante tappe intermedie.

Il percorso è stato lungo ma anche molto molto bello.

Quanto le è costato arrivare a ottenere la qualificazione per le Olimpiadi Parigi 2024?

La qualifica olimpica è stata molto dura, in salita.

Dopo il mondiale di Milano (siamo arrivate decime) la situazione si è molto complicata. Ho passato il mese di agosto a cercare di capire come dare una svolta per ottenere la qualifica. Non mi sono mai riposata e chi mi sta accanto sa quanto questi ultimi mesi siano stati complicati mentalmente ed emotivamente.

Però c’è da dire che nonostante le difficoltà non ho mai perso l’entusiasmo: elemento fondamentale per riuscire nell’impresa.

Cosa ha provato negli attimi subito dopo i quarti di finale in Belgio?

Nel momento in cui ho realizzato che eravamo riuscite a qualificarci sono esplosa in un pianto di liberazione: quelle lacrime racchiudevano una gioia incontenibile, ma anche lo scarico della tensione che mi portavo dentro da mesi.

La vera realizzazione di ciò che era successo è avvenuta qualche giorno dopo.

Ad ogni modo, vivere quell’emozione è stato per me un momento che non dimenticherò mai e soprattutto un grande privilegio che pochi atleti hanno durante la loro carriera. Voglio ringraziare l’Esercito che mi sostiene e mi aiuta da anni a lavorare bene, per raggiungere questi importanti traguardi sportivi.

Nella carriera di un atleta non ci sono solo momenti gratificanti: com’è stato il suo percorso?

Il mio percorso non è stato lineare.

Da bambina nella categoria under 14 e poi da ragazza nella categoria under 20 ero molto promettente e ho vinto anche diverse medaglie internazionali: un argento individuale al Mondiale di categoria, un bronzo all’Europeo under 17, un oro a squadre al Mondiale under 20, un titolo Europeo nell’under 23.

Avrei potuto vincere anche di più, ma l’esperienza e la mentalità che ho acquisito nel tempo all’epoca non erano ancora così sviluppate.

Ho sofferto molto il passaggio da Junior a Senior, ci ho messo tempo a capire come allenarmi al meglio, cosa migliorare.

In questo frangente sono stata sostenuta dal Centro Sportivo Esercito che ha sempre creduto in me e mi ha sempre sostenuta sin da quando ero poco più che maggiorenne, dal mio maestro che ha saputo guidarmi ed è riuscito a tirare fuori le migliori qualità, dalla mia mental coach, che mi ha fornito tutto ciò che mi serviva per avere una mentalità vincente e dalla mia famiglia che mi ha sempre incoraggiata ad andare avanti.

Ciò che sentivo era una volontà esagerata nell’arrivare a fare grandi risultati, ma non avevo gli strumenti per farlo.

Per più di un anno sono stata ai margini della Nazionale, non partecipavo a tutti i collegiali e alle volte non prendevo parte alle Coppe del Mondo.

Pensare che tutto questo succedeva solo quattro/cinque anni fa mi rende ancora più orgogliosa: ho avuto tenacia, resilienza. Non ho mai mollato.

Cosa pensa prima di affrontare una competizione? Come riesce a gestire la pressione?

Prima di una gara ho una mia routine, di solito cerco di non pensare alla gara in sé, ma di affrontare le situazioni nel momento in cui mi si presentano, avversario per avversario.

L’ansia certamente esiste, provo a trasformarla nella voglia di scendere in pedana e di dare il meglio di me.

La pressione è una costante nella vita di un’atleta professionista.  Io la vivo come una sorta di sfida: vediamo fino a che punto riesco ad arrivare

Quali altre passioni nutre oltre alla sciabola?

Oltre alla sciabola ho tanti interessi che però ultimamente non riesco a coltivare con costanza poiché sono spesso fuori per le competizioni internazionali o per i collegiali con la Nazionale.

Mi piace molto leggere, ascoltare la musica e quindi cantare.

Mi piace anche ballare, quando posso mi concedo una serata con le amiche.

Mi piace fare lunghe passeggiate nella natura o nei parchi con il mio cane Itaca.

In generale apprezzo le cose semplici e belle della vita: stare con gli amici, con la mia famiglia.

Mi piacerebbe riprendere a suonare la chitarra, mi piaceva moltissimo.

Come immagina le Olimpiadi di Parigi, con quale spirito le affronterà?

Le Olimpiadi di Parigi saranno organizzate benissimo.

Mi immagino il villaggio olimpico con tutti i migliori atleti del mondo che passeggiano, mangiano e dormono nello stesso posto.

Per me, che ho sempre sognato questo, sarà come vivere un momento magico.

Le affronterò con la giusta concentrazione, consapevole delle mie capacità, sapendo che posso raggiungere il massimo senza però mai perdere la mia caratteristica principale: l’entusiasmo e il divertimento nel fare ciò che più mi appassiona.

Quale messaggio si sentirebbe di dare ai suoi coetanei per avere successo nei percorsi sportivi e professionali?

Essere resilienti e saper attendere, senza però mai fermarsi, né mollare la presa neanche per un momento.

Alle volte si ha la sensazione che il tempo passi e che non si stia raggiungendo quello che si vuole. Ma tanto il tempo passa comunque, quindi vale la pena investirlo in qualcosa che ci rende felici.

Ci sono sempre momenti difficili, di sconforto, che non devono mai trasformarsi in rassegnazione. Bisogna andare avanti, convinti di quello che si fa ma soprattutto di quello che si è.

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