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Laura Castelli (viceministra Economia): «Stiamo lavorando sulla legge delega per la riforma fiscale»

Stiamo lavorando sulla legge delega per la riforma fiscale: si dovranno prendere decisioni rapide, anche perché «i tempi per la sua attuazione non sono brevi». Lo afferma la viceministra all’Economia, Laura Castelli, che aggiunge «spero e penso che il Parlamento troverà un’intesa sulla linea indicata dall’ordine del giorno per gestire in modo ordinato la mole di notifiche attese soprattutto da gennaio».

Il premier Mario Draghi, infatti, ha accelerato sulla riforma del fisco: entro la fine della settimana, salvo veti, porterà in Consiglio dei ministri la bozza di delega fiscale, che in ogni caso entrerà in vigore nel 2023. Il punto di partenza, scrive La Stampa, sarà l’indagine conoscitiva e il testo votato all’unanimità dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato in giugno.

Allargamento della no tax area, superamento dell’Irap, semplificazione degli scaglioni Irpef, taglio dell’aliquota concentrato nella fascia di redditi fra i 28 e 55.000 euro, oggi costretta a pagare il 38%. Di cosa far confluire nella delega di quel testo si è discusso a lungo ieri mattina in un vertice a Palazzo Chigi. C’erano fra gli altri con Draghi il ministro del Tesoro Daniele Franco, il consigliere economico Francesco Giavazzi, il sottosegretario Roberto Garofoli.

Difficile fare previsioni su cosa produrrà effettivamente la delega, che in ogni caso entrerà in vigore nel 2023. Prima della volontà politica di una maggioranza troppo larga, c’è da capire come finanziarla. A bilancio ci sono quasi 3 miliardi, al momento sufficienti a finanziare un intervento parzialissimo. Una di quelle possibili, invocata a sinistra, è la revisione delle rendite catastali, spesso vecchie di decenni e sperequate nelle città.

Ma la Lega ha già detto no, e così il progetto è stato accantonato per l’ennesima volta. Tutti i partiti sono favorevoli a mandare un segnale ai redditi medio-bassi, ma ciascuno propone di partire da una voce diversa: c’è chi chiede di tagliare l’Imposta sulle persone fisiche (Forza Italia e Lega), chi il costo del lavoro in busta paga (il Pd), chi l’abolizione dell’Imposta regionale sulle attività produttive.

«La legge delega per la riforma fiscale arriverà a giorni in Consiglio dei ministri, ma i tempi per la sua attuazione non sono brevi e ci sono temi su cui si dovrà decidere rapidamente: per esempio la riscossione, come indicato dall’ordine del giorno votato la settimana scorsa da quasi tutta la Camera. Ci stiamo lavorando», afferma Castelli, in un’intervista al Sole 24 Ore.

«Il piano straordinario deve prevedere un calendario più lungo per la notifica delle cartelle sospese dai provvedimenti emergenziali, una massa di arretrati che altrimenti non sarebbero gestibili nemmeno dall’amministrazione finanziaria. L’occasione anche per definire lo stralcio del magazzino della riscossione, archiviando un problema che appesantisce la macchina senza potersi tradurre in incassi reali».

«Sulle cartelle che non saranno stralciate e verranno notificate, penso si debba procedere con una nuova rottamazione per non colpire troppo contribuenti e imprese nell’uscita della crisi. In questa stessa ottica la manovra dovrà intervenire sull’aggio, il che significa cartelle più leggere, perché la richiesta di una riforma arrivata dalla Corte costituzionale (sentenza 121/2021) non può rimanere senza risposta», sottolinea.

Per i circa 4 milioni di cartelle che sono in corso di notifica da qui a fine anno «bisognerà capire se ci sono risparmi da altre misure che possono essere dedicati a questo intervento. Si stanno ultimando i calcoli per la Nadef», conclude.  

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