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Calcio, la Premier prova a ripartire, ma i giocatori sono scettici

Come in Germania, anche in Inghilterra il calcio è pronto a ripartire. Il calcio d’inizio di quello che la Federcalcio inglese ha chiamato “Project Restart” è fissato intorno a metà giugno, ma tra i giocatori della Premier c’è molto scetticismo. L’Inghilterra è ancora alle prese con il picco della pandemia di Coronavirus ed un primo ciclo di test sui calciatori ha rivelato sei casi di positività su 748 prelievi. “Ci trattano come se fossimo cavie o topi da laboratorio – così il difensore del Tottenham, ma in prestito al Newcastle, Danny Rose – meglio sperimentare questa fase e vedere se funziona o no, come è stato fatto in Germania con la  Bundesliga. Immagino cosa dice la gente a casa – ha affermato Rose -guadagnano  così tanto, possono pur ricominciare a giocare, ma mi chiedo se ne valga la pena. Potrei trovarmi a rischiare la mia salute per il loro divertimento e, a dire il vero, non voglio essere coinvolto in  questo genere di cose”.    

Danny Rose non è il solo. C’è, ad esempio, il caso di Troy Deeney, capitano del Watford, che ha apertamente  rifiutato di tornare ad allenarsi per proteggere il figlio di  cinque mesi che soffre di difficoltà respiratorie.    

E poi, c’è la solita voglia di normalità che limita quella degli altri. Protagonista il difensore del Tottenham Serge Aurier che non ha trovato di meglio da fare che farsi un selfie con il suo parrucchiere e pubblicarlo, vantandosi del nuovo taglio, su Instagram. Ora rischia una denuncia per aver infranto le regole sul  distanziamento in quanto ai giocatori è vietato avere alcun contatto con persone al di fuori della cerchia familiare.

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