«Semplicemente, abbiamo sbagliato. Imparate dai nostri errori, commettete i vostri ma con una stella polare: quella di fare un’Italia migliore per i vostri figli». Dopo tanto parlare di giovani – senza mai realmente dar loro la parola – tocca adesso a Confindustria aprire la strada a coloro che stanno per ereditare il pianeta dalle mani della generazione che va molto lentamente declinando. E lo fa – per bocca del suo presidente, Carlo Bonomi – con un tono di forte autocritica e qualche accenno di emozione.
Bonomi è intervenuto a “Il mondo che sarà” – incentrata su scienza, A.I., realtà virtuale, energie rinnovabili, economia circolare – assemblea generale di Confindustria Alto Adriatico, aperta a decine di ragazzi di varie scuole. Tra istituzioni, politici, rappresentanti della società, Bonomi sceglie di parlare ai giovani, seduti tra le fila dell’enorme sala del Trieste Convention Center. Chiaro, sintetico, usa un tono pacato non di maniera esprimendo però concetti di peso.
L’autocritica – visto il parterre e il personaggio – è lapidaria: «Noi abbiamo commesso furti ai loro danni: un sistema di formazione spesso arretrato, un mercato del lavoro che li penalizza, un sistema previdenziale che farà ricadere sulle loro spalle i costi delle pensioni», ha elencato. Però «non pensate che tutto è inutile e che le cose non si possano cambiare, anche in Italia», perché «ogni giorno affrontiamo una sfida, altrimenti non saremmo così bravi nella produzione, nell’export». Dunque, «provate la stessa voglia che hanno i vostri genitori: gli imprenditori italiani». Provate a «credere in voi stessi, nel vostro futuro che solo voi potete decidere», ma non «da persone singole ma come comunità. E non abbiate paura di protestare». Considerando però che «per costruire cose nuove non basta criticare le vecchie ma serve impegnarsi, con tenacia».
Poco prima, in assonanza con il tema dell’assemblea, si era espresso anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, presente all’incontro: «Il mondo che verrà è molto difficile e complicato, sarà centrale la sfida della tecnologia ma abbiamo le carte per vincerla. Serve un’alleanza tra politica, scuola e lavoro». E ancora prima, il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, aveva illustrato il significato della scelta. «Abbiamo fatto un investimento importante sulla scuola. Dobbiamo darci una mano tra generazioni». Puntando in particolare sulla formazione.