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Astrid Palmieri (Basf): «Puntiamo sulla sostenibilità e sull’economia circolare»

Puntare con decisione sulla sostenibilità e su un’autentica svolta verso l’economia circolare: per Astrid Palmieri, sustainability manager italia e European Sustainability coordinator di BASF, è questa la strada da seguire per reagire in modo resiliente alla crisi innescata dalla pandemia Covid-19.
Intervenendo sulla rubrica “Cara Italia, ti scrivo?” lanciata da askanews, in collaborazione con Globe, Associazione nazionale per il Clima, Palmieri sottolinea come le imprese abbiano un un ruolo fondamentale durante la crisi, e ancor di più lo hanno ora nella fase della ripartenza. Le imprese tutte, ma quelle della chimica – come BASF che da 25 anni è in prima linea per sviluppare soluzioni più sostenibili che rispondano alle esigenze della società – in modo particolare.

“Perché? Perché la chimica intelligente è parte integrante della nostra vita quotidiana ed è “dietro” ad ogni cosa, dall’agricoltura alla farmaceutica, passando per energia, beni di largo consumo, materiali. Fornisce un contributo tanto invisibile quanto irrinunciabile. E infatti proprio nel caso del Coronavirus, sin dalla Fase 1, ha rappresentato un valido alleato e offerto un apporto indispensabile nella gestione dell’emergenza.

Mascherine, guanti, farmaci, disinfettanti, respiratori ma anche letti e cuscini, per non parlare di cibo e bevande o degli strumenti tecnologici che ci hanno permesso di rimanere operativi anche in quarantena: sono tutti oggetti e beni che, senza il nostro apporto, non sarebbero potuti mai essere prodotti, né resi disponibili in quantità elevate e ad un prezzo equo”.

Per Astrid Palmieri, l’emergenza Covid di fatto ha “accelerato una serie di macro-trend che erano già in atto riguardo la sostenibilità.” “Li ha rafforzati – dice – e in questo senso la crisi può essere senz’altro un volano di sviluppo e di innovazione per le imprese e la società nel suo complesso. Lo stiamo riscontrando anche guardando alle richieste che ci arrivano dal mercato, dai nostri clienti a livello globale. Faccio qualche esempio concreto. Aria pulita e riduzioni di CO2: il Covid ha evidenziato un collegamento tra inquinamento atmosferico e incidenza del contagio e più in generale delle malattie. Rimane quindi prioritario lavorare per ridurre i gas serra e l’inquinamento atmosferico. Catene di fornitura sostenibili e più corte: tutti abbiamo visto cosa ha comportato l’emergenza nel reperimento di alcuni beni essenziali, mascherine in primis. Se vogliamo costruire una società più resiliente, dobbiamo lavorare sempre di più per accorciare le catene di approvvigionamento e ridurre lo spreco di materiale e in questo alcune tecnologie su cui stiamo lavorando, penso alla stampa 3D ma più in generale a tutto il mondo del digitale, possono rappresentare soluzioni avanzate”.

“Ma ridurre gli sprechi significa anche e soprattutto virare il nostro modello produttivo, il nostro modo di vivere direi, verso un’economia più circolare – aggiunge – BASF è attiva sulla sostenibilità da 26 anni e il nostro approccio al tema è diventato progressivamente più consapevole e globale: dalle azioni per tutelare l’ambiente e ridurre l’impatto ambientale dei nostri prodotti siamo passati a considerare la sostenibilità come parte integrante della strategia aziendale. Vogliamo essere leader in questo ambito, “thought and action leader”. Non a caso il nostro claim è “We create chemistry” che significa che noi creiamo chimica: chimica per un futuro migliore, chimica per rispondere alle sfide della globalizzazione in un mondo sempre più sovrappopolato e con risorse sempre più scarse”.

Tra le sfide più importanti e complesse che l’economia circolare lancia a imprese e consumatori c’è sena dubbio quella che riguarda la plastica, il suo utilizzo e soprattutto la sua gestione a fine utilizzo. “Le materie plastiche, come abbiamo visto e in un certo senso riscoperto con l’emergenza Covid offrono dei comprovati vantaggi nella loro fase di utilizzo e sono fondamentali per supportare la transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio – argomenta Palmieri – Ad esempio per la conservazione degli alimenti: la plastica per imballaggi alimentari aiuta a ridurre gli sprechi alimentari. Il problema quindi non è la plastica ma i rifiuti di plastica! La plastica è troppo preziosa per essere sprecata. La plastica non appartiene a fiumi, oceani o discariche. La plastica appartiene a un’economia circolare. Ed è per questo che come BASF siamo impegnati, con i nostri partner , ma anche con altre grandi aziende a livello globale, siamo tra i co-fondatori dell’Alliance to End Plastic Waste, – in una pluralità di iniziative e progetti”.

“In particolare i nostri centri di ricerca hanno lavorato sul riciclo chimico della plastica – prosegue il Sustainability  manager italia e European Sustainability coordinator di BASF – Con il nostro Chemcycling superiamo uno dei limiti intrinseci dell’attuale modello di smaltimento dei rifituti plastici. Con il riciclo chimico, le risorse fossili destinate alla produzione chimica possono essere sostituite con materiale riciclato proveniente dai rifiuti in plastica. Come funziona? I rifiuti in plastica vengono trasformati in materia prima tramite processi termochimici. Questa materia prima può quindi essere inserita nella produzione in modo da creare nuovi prodotti chimici con eccellenti prestazioni ricavati, appunto, da rifiuti di plastica riciclati. Il Gruppo BASF ha già iniziato a consegnare ai propri clienti prodotti intermedi ottenuti dai rifiuti plastici riciclati chimicamente e poi riutilizzati come materia prima, prodotti che vantano le stesse proprietà di quelli ottenuti unicamente da materie prime fossili ma, con un’impronta di carbonio decisamente inferiore. Ma il riciclo chimico deve però essere accettato come forma di riciclaggio dal mercato e dal legislatore. Restano molte questioni aperte per quanto riguarda la tecnologia e gli aspetti economici e normativi. Il nostro impegno come BASF è nel cercare di coinvolgere da vicino ogni parte interessata per superare queste sfide”.

Altro fronte di intervento necessario è quello della lotta alle emissioni di gas serra. “BASF è impegnata da anni anche nel ridurre le emissioni di gas ad effetto serra, anche se è evidente che per la natura stessa del nostro business non possiamo puntare ad una completa decarbonizzazione, almeno non allo stato attuale delle tecnologie – prosegue Palmieri – Dal 1990 al 2018 abbiamo però dimezzato le nostre emissioni di CO2 raddoppiando nello stesso periodo i volumi di produzione. Abbiamo inoltre stabilito di limitare le emissioni totali dei gas serra dai nostri siti di produzione e gli acquisti di energia ai livelli del 2018, pur aumentando i volumi di produzione di circa il 50%. In altri termini, intendiamo separare le emissioni di gas serra dalla crescita organica.”

Come lo faremo? “Attraverso varie misure che fanno parte del nostro ambizioso progetto di Carbon Management e che vanno dal continuo miglioramento ed efficientamento dei processi all’acquisto di energia da fonti rinnovabili laddove le condizioni di mercato le rendono una soluzione attuabile”, sottolinea Palmieri. “Ma per ottenere una significativa riduzione ulteriore delle emissioni dobbiamo anche essere in grado di sviluppare tecnologie totalmente nuove, motivo per cui BASF ha lanciato un ambizioso programma di Ricerca e Sviluppo che sta lavorando a progetti davvero rivoluzionari come il primo progetto di riscaldamento elettrico al mondo per gli steam cracker che potrebbe portare ad una drastica riduzione delle emissioni di CO2, fino a 90%! Stiamo inoltre sviluppando una nuova tecnologia per ricavare l’idrogeno, che l’industria chimica usa in grandi quantità, dal gas naturale. Un processo che potrebbe rendere la produzione di idrogeno, su scala industriale, priva di emissioni di CO2. Abbiamo inoltre definito gli obiettivi di sicurezza per persone e ambiente, un portafoglio di prodotti sostenibile, forniture responsabili, gestione idrica sostenibile, coinvolgimento dei collaboratori e inclusione della diversità; perché la sostenibilità non è solo sostenibilità ambientale”.

“Lo scopo di questi obiettivi – conclude – è dunque guidare l’azienda verso un futuro sostenibile e, al tempo stesso, contribuire all’implementazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibili (Sustainable Development Goals, SGD) delle Nazioni Unite”.

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