”Serve assolutamente e urgentemente chiarezza sulle politiche ambientali e doganali dell’Unione Europea”.
È il commento del direttore generale di Unrae, Andrea Cardinali, ai dati diffusi questa mattina da Acea sul mercato europeo delle autovetture, che continua a mostrare ”chiari segnali di crisi” con una nuova flessione a settembre pari al 4,2% con 1.118.083 immatricolazioni rispetto alle 1.167.637 unità di settembre 2023.
”A livello nazionale, auspichiamo che il settore automotive venga preso in giusta considerazione nella imminente legge di Bilancio 2025, benché non compaia nelle recenti dichiarazioni dei vertici dell’esecutivo.
È, inoltre, fondamentale che il Governo intervenga con un dpcm dedicato, delineando un piano pluriennale per supportare concretamente il percorso di transizione energetica del nostro Paese”.
Sul fronte incentivi ”riteniamo necessari interventi immediati su tre fronti cruciali: innanzitutto, la piena disponibilità dei 240 milioni di fondi residui dalla dotazione incentivi 2024; in secondo luogo, il recupero dei 250 milioni stanziati nel 2022 per il 2025 e poi stornati dal dl Coesione; infine, l’eliminazione del price cap per la fascia 0-20 g/Km di Co2, o quantomeno la sua equiparazione alla fascia 21-60 g/km.”
Un tema di particolare urgenza riguarda poi ”la revisione della fiscalità delle auto aziendali, che rappresenta una leva strategica per lo sviluppo del mercato delle auto a zero e bassissime emissioni”, sottolinea ancora Cardinali, ribadendo la necessità di ”modificare l’attuale sistema, modulando la detraibilità Iva e la deducibilità dei costi in funzione delle emissioni di Co2, e riducendo il periodo di ammortamento a tre anni”.
Questa modifica avrebbe un effetto positivo: ”accelererebbe il ricambio delle flotte aziendali e garantirebbe una maggiore disponibilità sul mercato dell’usato di veicoli più ecologici a prezzi più accessibili, contribuendo così al rinnovo del parco circolante con mezzi più virtuosi sia in termini ambientali che di sicurezza”, aggiunge il dg.