La locomotiva tedesca frena e rischia di diventare zavorra. Sul Sole 24 Ore Adriana Cerretelli sostiene che con la guerra in Ucraina Vladimir Putin ha trasformato il suo partner europeo più convinto e fedele, la Germania, in una vittima designata di una spregiudicata guerra energetica, volano certo di disastri sociali, industriali e recessione economica, destinati ad allargarsi a macchia d’olio.
A Berlino è allarme rosso. Da sempre trainata dall’export, l’economia ha registrato in maggio il primo deficit della bilancia commerciale dal 1991.
Salvataggio da 9 miliardi e mezza nazionalizzazione per Uniper, il colosso del gas strangolato dal taglio del 60% delle forniture di Gazprom, dai rincari energetici e dalla prospettiva che i rubinetti russi possano chiudersi del tutto.
A rischio collasso interi settori, alluminio, vetro, chimica, avvertono i sindacati tedeschi. Confindustria denuncia «la crisi economica e sociale più dura dai tempi della riunificazione».
Il ministro dell’Economia Robert Habeck sottolinea: «Non abbiamo a che fare con decisioni erratiche ma con una guerra economica perfettamente razionale e molto chiara».
Mandando in tilt l’economia dell’azionista di maggioranza dell’Ue, la sua cultura della dipendenza energetica costruita su un profondo legame simbiotico, industria compresa, con il pianeta Russia, Putin riuscirebbe a prendere due piccioni con una fava: a trasformare la locomotiva tedesca nella zavorra europea, a moltiplicarne la crisi in 27 crisi nazionali.
Del resto anche la bilancia commerciale dell’eurozona è andata in deficit in aprile (32,4 miliardi) contro il surplus da 14,9 dell’anno prima. Cinghia di trasmissione, l’integrazione intra-Ue ma soprattutto il crescente peso in Europa della leadership tedesca dopo la riunificazione.