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Trump vuole tagliare 20mila soldati Usa in Europa | Lo scenario

Donald Trump è imprevedibile, ma alcune linee guida sul futuro dell’impegno americano in Europa stanno emergendo con una certa chiarezza.

Nessuna ritirata precipitosa né dal vecchio continente né dall’Ucraina (per ora), ma, in cambio, gli europei dovranno fare di più per la loro sicurezza e al contempo mettere mano al portafoglio.

Il presidente, infatti, vuole “tagliare di un quinto” – circa 20mila uomini – il contingente Usa e intende chiedere un “contributo finanziario” per il mantenimento delle truppe restanti su questo lato dell’Atlantico.

“Il ragionamento di Trump” – confida una fonte diplomatica europea – “è che le truppe a stelle e strisce rappresentano un deterrente e dunque il loro costo non può essere sostenuto solo dai contribuenti americani”.

Ecco, a quanto ammonti il conto da pagare è troppo presto per dirlo, la conversazione è ancora nella fase embrionale.

Una ricognizione degli scambi avuti sinora dal tycoon con i leader europei sta consentendo di cristallizzare dei punti fermi, che però devono essere tradotti in politiche concrete.

Prima di ogni cosa c’è la necessità di aumentare la spesa militare.

Trump è tornato a battere sul tasto del 5% del Pil come nuovo standard Nato.

Si tratta di un target enorme. “Non siamo ancora riusciti a raggiungere il 2% così come fissato ufficialmente ora”, ha notato il ministro della Difesa Guido Crosetto prima delle comunicazioni alla Camera sull’Ucraina.

“Il prossimo vertice della Nato sarà a fine giugno, vedremo se fisseranno un altro obiettivo”.

Che impatto potrebbe avere questa scelta per il nostro Paese?

Il numero esatto è un dato sensibile e quindi non rivelabile, ma si stima che i militari americani presenti in Italia si aggiri attorno ai 12mila, comprendendo anche quelli che operano sotto la bandiera della Nato.

Anche il numero preciso delle basi americane sul territorio nazionale è ignoto (alcune stime indicano siano circa un centinaio).

Tra le più importanti figurano Aviano, Napoli, Sigonella, Camp Ederle (Vicenza), Camp Darby (Pisa) e Gaeta (Latina).

In Europa, poi, c’è chi segue apertamente Trump. “Ha ragione a dire che non spendiamo abbastanza per la difesa”, ha dichiarato l’alto rappresentante Kaja Kallas nel corso del suo intervento alla European Defence Agency (Eda).

“L’anno scorso i Paesi Ue hanno speso collettivamente una media dell’1,9% mentre la Russia è al 9%”.

Il commissario alla Difesa Andrius Kubilius è andato oltre. “La Lituania destinerà nei prossimi anni il 5-6% alla difesa: io sono lituano e sarò dunque di parte ma credo sia quello di cui abbiamo bisogno”, ha commentato.

Al netto delle bordate di Trump, c’è una roadmap precisa per rimettere l’Ue in carreggiata.

Si parte con l’informale dei 27 leader del 3 febbraio, dedicato appunto alla difesa, e il dibattito darà indicazioni chiave per stilare il “libro bianco” a cui stanno lavorando in tandem Kallas e Kubilius.

Contemporaneamente, alla Nato si corre per approvare i target sulle capacità – sono impegni precisi Paese per Paese – in tempo per la ministeriale Difesa di maggio.

La palla passerà poi ai capi di Stato e di governo: a fine giugno, nella stessa settimana, si terrà infatti il vertice Nato in Olanda e il Consiglio Europeo di Bruxelles dedicato alla difesa.

Se mai ci sarà un D-Day da segnare sul calendario, è quello.

Quale sarà il punto di caduta?

Per il segretario generale Mark Rutte il “magic number” potrebbe essere intorno al 3,6% (il che prevedrebbe un aumento della spesa anche per gli Usa, dato che viaggiano intorno al 3,3%).

Come addentellato, il conflitto ucraino.

Trump sembra essere stato persuaso – confida la fonte – a non scegliere la via del disimpegno unilaterale perché verrebbe giudicato come “una seconda Kabul”.

“Non vuole che uno scenario di questo tipo venga associato al suo nome”, spiega il diplomatico.

Il presidente Usa, però, insiste perché gli europei si “accollino finanziariamente” il fardello ucraino perché Trump lo giudica essenzialmente “un problema europeo”.

Ma anche qui, siamo solo agli albori della conversazione.

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