La ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, intervistata su La Stampa da Amedeo La Mattina, si sofferma sulle divergenze all’interno del governo, ribadendo che non si risolvono con «le battute di alcuni yes-men che brandiscono le percentuali di Italia Viva come una clava per farci stare zitti».
«Un primo passo è stato fatto. Si è avviato un percorso sul Recovery Fund. Non è però la fine della verifica, che si farà dopo l’approvazione della legge di bilancio sull’impianto complessivo dell’azione di governo: se vuoi arrivare alla fine della legislatura devi avere una visione strategica. E siccome non stiamo parlando di Napoleone, ma di un premier sostenuto da una maggioranza composita, lui ha l’onere e l’onore di trovare una sintesi».
Tra quegli yes-men, di cui parla la Bellanova, La Mattina fa il nome di un collega ministro di maggioranza, e cioè Francesco Boccia. «Non solo lui. Come si fa a non capire che noi stiamo ponendo problemi reali. Non stiamo assolutamente parlando di rimpasto: non abbiamo nessuno da piazzare ma proposte da discutere». Per ora la crisi è scongiurata, ma «dipende dal lavoro che vorrà fare il premier».
La Bellanova ha quindi analizzato le questioni che Italia Viva ha sollevato. «Sulla governance avevamo visto giusto nell’indicare il rischio di un commissariamento dei Ministeri, delle Regioni, del Parlamento, rilevando criticità e profili di incostituzionalità. Nella legge di bilancio all’attenzione delle Camere la norma che si voleva introdurre, anticipata dallo stesso Conte con un’intervista a poi illustrata nel dettaglio nel Cdm di lunedì 7 dicembre, è del tutto assente».








