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Sull’ambiente le normative sono contraddittorie | L’analisi di Pia Saraceno

“Le politiche di sostenibilità per minimizzare l’incertezza ed i rischi della transizione dovrebbero essere inserite all’interno di un Progetto paese di medio-lungo termine. Non è quello che è stato fatto sinora in Italia: soprattutto nell’ultimo anno si è assistito a provvedimenti e messaggi contraddittorii. Lo sottolinea ancora una volta il rapporto presentato nei giorni scorsi ad Ivrea. I piani settoriali, anche se non sempre ambiziosi come ci si era impegnati in sedi internazionali, sono stati sì predisposti, ma appaiono sganciati dall’attività normativa”.

Lo sostiene Pia Saraceno, economista ed esperta di ambiente, dalle colonne del magazine digitale Inpiù.net

“Anzi, in varie occasioni nuovi provvedimenti li rendono impraticabili nei fatti. Si pensi all’ultimo decreto del Governo sui vincoli all’utilizzo del suolo agricolo per i nuovi impianti fotovoltaici, che rende irraggiungibile l’obiettivo di triplicare la loro capacità entro il 2030. Impegno preso dal ministro dell’Ambiente e della sicurezza Energetica in varie sedi internazionali e da ultimo al G7 di Torino a presidenza italiana solo qualche giorno fa. Non è stato chiarito come e se al Consiglio dei Ministri il ministro Picchetto Fratin abbia obiettato e/o se sia stato messo in minoranza smentendo di fatto l’impegno preso, preparando in nome del realismo invocato dalla nostra Presidente del Consiglio un possibile annacquamento dell’impegno nel G7 dei presidenti del Consiglio di giugno” continua Saraceno.

“La Governance della Strategia a lungo termine e le sue tappe intermedie promessa nella Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile ( SNSvS)   non hanno determinato alcun cambiamento concreto fino ad ora e dalle contraddizioni emerse più di recente l’impegno a realizzarlo si allontana.  Un chiarimento potrebbe venire dall’approvazione della Legge sul Clima (forse pronta alla fine del 2024?), che dovrà sancire l’obiettivo per legge della neutralità climatica e stabilire come arrivarci.

Sempre che nel frattempo i rischi oggi presenti in altre proposte legislative, come quella dell’autonomia differenziata, non diventino fonte di nuovi conflitti di competenze e frammentazione degli asseti regolamentari. Molte leggi approvate dal Parlamento sono restate nel limbo in attesa dei decreti attuativi, quella sul clima potrebbe diventare una di queste se il Parlamento non riuscirà a dare delle linee guida chiare da implementare in tempi rapidi. È oramai acquisito che i danni quantificabili dell’inazione, ne lungo termine sono almeno il doppio dei costi della transizione. I danni sono crescenti nel tempo e la tentazione del rinvio può essere fatale” conclude.

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