Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Stellantis chiede di rinegoziare l’accordo sulla Brexit | Lo scenario

Per la prima volta un colosso dell’automobile ha chiesto apertamente al governo britannico di rinegoziare con l’Ue i termini dell’accordo commerciale sulla Brexit.

A farsi avanti è stato il gruppo Stellantis, proprietario dei marchi Vauxhall, Peugeot, Citroen e Fiat, tramite un documento inviato a una commissione della Camera dei Comuni.

Secondo la società se il costo della produzione di veicoli elettrici nel Regno Unito “diventa non competitivo e insostenibile, le operazioni chiuderanno”.

A rischio, se l’esecutivo Tory guidato da Rishi Sunak non agisce, ci sono i due stabilimenti che producono veicoli Vauxhall a Ellesmere Port, sulla costa nord-occidentale dell’Inghilterra, e a Luton, vicino a Londra, con migliaia di posti di lavoro.

Il gruppo, nella “risposta a una consultazione condotta da una commissione parlamentare del Regno Unito sulle batterie per la produzione di veicoli elettrici” presentata lo scorso febbraio come ha precisato un portavoce, chiede un’intesa con l’Ue sull’estensione delle attuali regole sulla provenienza delle componenti automobilistiche fino al 2027 rinviando quindi il cambiamento previsto per il 2024.

Dal prossimo anno infatti, in base al ‘deal’ concordato quando Londra ha lasciato il blocco, almeno il 45% del valore delle parti di un veicolo elettrico deve provenire dalla Gran Bretagna o dall’Ue per evitare di incorrere in tariffe doganali.

Se il criterio non viene rispettato saranno applicate tariffe del 10% alle auto prodotte nel Regno e destinate al mercato europeo.

A far saltare il parametro sarebbero le batterie dei veicoli importate soprattutto dall’Asia.

Questo renderebbe la produzione e le esportazioni non competitive rispetto a Giappone e Corea del Sud.

Il governo ha cercato di rassicurare sul fatto che intende tutelare il mercato automobilistico nazionale mentre è stato “costruttivo” l’incontro virtuale svoltosi oggi tra la ministra dell’Industria e del Commercio Kemi Badenoch e i dirigenti di Stellantis.

Si parla anche di “cauto ottimismo” rispetto alla disponibilità da parte di Bruxelles ad affrontare il problema.

Una nota positiva è arrivata proprio oggi col mercato dell’auto nell’Europa occidentale (Regno Unito incluso) che continua a registrare un incremento.

In aprile – secondo i dati dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei – sono state immatricolate 964.932 auto con una crescita del 16,1% sullo stesso mese del 2022.

Stellantis ne ha immatricolate 169.022, l’8,2% in più.

Intanto in Gran Bretagna monta la polemica politica sulla Brexit, col leader dell’opposizione laburista, Keir Starmer, che promette in caso di vittoria alle elezioni – previste entro la fine del 2024 – di rivedere il ‘deal’ con Bruxelles per creare una relazione più stretta e abbattere le barriere commerciali, senza però ripensamenti sull’uscita dall’Ue.

E riferendosi proprio al caso Stellantis ha promesso: “Vogliamo garantire che Vauxhall (marchio controllato da Stellantis, ndr) e molte altre società non solo sopravvivano in questo Paese, ma prosperino”.

Ieri era stata la volta dell’ex leader euroscettico Nigel Farage, secondo cui la Brexit è stata un fallimento economico per le tante opportunità perdute.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.