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Matteo Fantacchiotti, Ad Campari: “Ecco come farò crescere il colosso degli aperitivi” | Lo scenario

Il cocktail di piante officinali per preparare gli infusi con cui poi produrre il Campari e l’Aperol è rigorosamente top secret.

Sulla ricetta nel colosso italiano degli spirits da quasi tre miliardi di euro di ricavi le bocche sono cucitissime.

Non scappa una parola.

Quella invece per continuare a prolungare l’età dell’oro del gruppo iniziata 17 anni fa da Bob Kunze Concewitz in cui la multinazionale del Crodino, Averna, Grand Marnier, Vodka Skyy, Wild Turkey, Espolon e ora Courvoisier ha triplicato fatturato e redditività la spiega a Milano Finanza il nuovo amministratore delegato Matteo Fantacchiotti.

Il top manager ha appena raccolto il testimone al vertice di Campari.

“Sarà un’azienda che continuerà a trasformarsi com’è stata la Campari degli ultimi 20 anni.

E, in continuità con il passato, lo farà con un mix di crescita organica e per linee esterne, puntando su investimenti per costruire con pazienza il brand e su un asset di cultura assolutamente unico e distintivo”, dice a MF-Milano Finanza l’ex capo dell’Asia del gruppo controllato dai Garavoglia, con una lunga carriera in Nestlè, Diageo e Carlsberg.

Il ritmo dello shopping resterà immutato, ma senza dimenticare che gli aperitivi “resteranno il cuore pulsante del gruppo”.

È la spritz economy, bellezza.

E per fronteggiare il crescente successo dei cocktail a base di Aperol (+23,1% nel 2023; il 24% del fatturato globale), Campari ha appena potenziato lo stabilimento di Novi Ligure (320 dipendenti su 4.700) da cui fra Crodino, Skyy, Bitter, Aperol, Campari Soda e Cinzano arriva circa il 30% dei volumi venduti in tutto il mondo.

Il bollino del made in Italy fortemente richiesto in tutte le geografie.

Si tratta di 75 milioni di investimenti per portare a sette le linee di imbottigliamento, aumentando la capacità annua complessiva dello stabilimento di 100 milioni di bottiglie (dai 360 milioni del 2023).

Il piano di investimenti del 2022 inizia a dare frutti: “600 milioni che si dividono nel triennio 2023-2025, di cui circa un sesto va all’Italia, il nostro secondo mercato”.

Gli altri 500 milioni servono “per la crescita della capacità produttiva per supportare l’espansione degli aperitivi in Italia, della tequila Espolon e del bourbon Wild Turkey.

Nei 600 milioni c’è anche una parte più piccola, ma considerevole di investimenti dedicati alla sostenibilità come l’impianto fotovoltaico di Novi.

Fra gli investimenti effettuati c’è anche quello della nuova sede nel centro di Milano.

Il nuovo head office risponde alle nostre ambizioni globali.

Sarà maggiormente in grado di attrarre talenti internazionali e di dare uno spazio espositivo più ampio a nostri gioielli come la galleria Campari o la Campari Academy dove facciamo training di baristi che vengono da tutto il mondo.

Riporteremo nel centro di Milano la nostra eredità e il nostro amore per l’arte, siglando sempre maggiori collaborazioni con artisti”, prosegue.

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