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Stefano Patuanelli (Ministro dello Sviluppo Economico): «Dopo il Conte bis ci sono solo le elezioni. La pandemia non può diventare un alibi per non andare al voto»

«Dopo il Conte bis ci sono solo le elezioni». Lo ha detto a Repubblica il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, aggiungendo che «se si andasse al voto con questa legge elettorale, l’unico modo per farlo per i 5S sarebbe in coalizione con Pd e Leu». Matteo Renzi ha appena detto “Ciao” al governo, presentando un piano che si chiama proprio così.

Secondo Patuanelli, dalle tensioni si esce «lavorando come maggioranza sulle cose che ci uniscono, che sono tante. E mettendo davanti a tutto l’interesse del Paese che è fatto dei 69 miliardi a fondo perduto e 127 miliardi di prestiti del Recovery, dei 14 miliardi del React Eu, dei 43 miliardi del quadro finanziario pluriennale del bilancio europeo. Tutte queste risorse ci possono far disegnare un Paese che guardi alle generazioni future e questo deve essere il motore del governo».

Renzi ha fatto capire che se non si arriverà a un Conte ter, non si fermerà e aprirà la crisi. «Io ritengo che il Conte bis sia il secondo e ultimo governo di questa legislatura, non vedo spazio per altro se non le elezioni, senza ovviamente volermi sostituire alle prerogative del Presidente della Repubblica», ha precisato il Ministro.

«Sono il primo a ritenere surreale il teatrino rimpasto sì, rimpasto no, crisi sì, crisi no. Parliamo del futuro di questo Paese e questi sono i temi che dobbiamo affrontare. Il Movimento ha sempre dimostrato grande responsabilità, ma non deve essere scambiata per attaccamento alle poltrone. Nel corso del 2020 si sono svolte molte elezioni, in Italia e fuori: la pandemia non può diventare un alibi per non andare al voto».    

Se si precipitasse verso le urne, per decidere il candidato premier dei  5 stelle «ci sarà il coinvolgimento dei nostri iscritti, che come sempre decidono nei passaggi importanti. La mia idea è che servano un campo innovatore comune e un leader come Giuseppe Conte». Quindi un’alleanza col Pd ma anche con Leu «per dimostrare, di fronte alla destra più conservatrice d’Europa, che noi siamo altro». Senza Italia Viva: «è chiaro che se si apre una crisi e si va al voto perché una forza politica decide di non credere più a questa  maggioranza, quel partito rimane fuori da una futura coalizione» ha concluso.

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