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Francesco Starace (Ad Enel): «Pronti a investire 2,6 miliardi nella vendita di Open Fiber»

Enel è pronta a investire 2,6 miliardi nella vendita di Open Fiber, portando così «4.000 assunti» in Italia. Questo quanto afferma Francesco Starace, Ad di Enel, che aggiunge che nel Pnrr «c’è tutto quello che serve. Ora il tema vero è provare a farlo».

«C’è un’enorme opportunità, ma serve anche un impegno per formare adeguatamente le persone. Abbiamo stimato che solo in Italia dovremo aumentare le nostre forze lavoro di circa 4.000 unità e genereremo una domanda di risorse in tutto l’indotto dei nostri fornitori e contrattisti di altre 12.000 unità entro il 2026. Sono circa il doppio della forza lavoro sul campo nelle reti che abbiamo oggi in Italia. Sono tecnici che vanno formati, abbiamo già iniziato a creare strutture per la formazione», sostiene Starace in un’intervista al Sole 24 Ore spiegando.

Dopo la firma degli accordi per la vendita della società a Cdp e Macquarie, pronto a replicare l’esperienza in Sudamerica. Ora Elisabetta Ripa lascia il vertice di Open Fiber, subentrano Francesca Romana Napolitano come Ad e Mario Rossetti come dg. «Il nuovo management dovrà scrivere il nuovo business plan includendo le aree grigie che verranno messe a gara e gestire l’azienda fino al closing».

«La firma degli accordi è un passaggio fondamentale, tutti gli impegni assunti dalle parti sono fissati in modo preciso e può partire il filing alle autorità Antitrust in sede europea e al governo italiano per il golden power, un processo autorizzativo che richiederà due o tre mesi. Non penso che ci saranno problemi, il dossier è già stato studiato da tutti i punti di vista. Il prezzo non è cambiato. Sono previste ticking fees, un incremento sul prezzo a fronte di un ritardo (tasso di interesse del 9% annuo, ndr)».

«Non è lo stesso nei due casi, parte prima per Macquarie (1 luglio, ndr) e dopo per Cdp perché i negoziati si sono svolti in diversi momenti. Servono a fare sì che tutti abbiano un incentivo a non perdere tempo, ma si tratta di piccoli ritocchi», sottolinea. Sulla possibilità di avere conguagli, in particolare nel caso nasca la rete unica, Starace risponde che «se si realizzasse e ci fossero le sinergie ipotizzate avremmo un upside. Se accade bene, altrimenti va bene lo stesso. un tema marginale da tutti i punti di vista, sia di business sia di copertura della fibra, visto che il governo ha deciso di fare le gare nelle zone grigie e quindi è chiaro che non può farle un operatore unico».

«Ora» spiega il top manager «parte un periodo intermedio in cui non ci sono cambi nella governance, se non quelli che erano già stati pattuiti. prevista l’introduzione della figura di un direttore generale che avrà l’incarico di stendere il nuovo business plan che tenga conto anche delle aree grigie che verranno messe a gara».

«Queste aree non erano previste nel piano di Open Fiber perché Tim si era impegnata a cablarle e quindi erano state escluse dalle gare di qualche anno fa. Elisabetta Ripa, alla quale va un grosso ringraziamento per i risultati ottenuti con tutta la struttura di Open Fiber, lascia l’azienda e il ruolo di ad sarà ricoperto da uno dei tre consiglieri espressi da Enel, l’avvocato Francesca Romana Napolitano. Ora serve una figura di taglio legale che gestisca i rapporti con i regolatori e l’operatività assieme al dg, secondo gli accordi definiti tra noi e i futuri azionisti».

La cessione di Open Fiber determinerà una plusvalenza di 1,7 miliardi. Enel mira ad acquisizioni di reti di distribuzione però «non guardiamo solo agli Usa; ci sono opportunità anche in India, sulle reti delle città. Ufinet è una storia interessante perché si presta a una creazione di valore importante come avvenuto con Open Fiber. Spero che entro la fine dell’anno avremo qualche notizia su quel fronte. L’importante è avere capito qual è il valore che c’è nel modello di business della fibra, una rete terza non verticalmente integrata, e aver acquisito il know how per replicarlo altrove», conclude.

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