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Roberto Speranza (ministro Salute): «Valuteremo se sarà possibile chiudere a luglio lo stato di emergenza»

«I vaccini sono la chiave per aprire una fase nuova. Con i dati che arriveranno venerdì, il 99% degli italiani sarà in zona bianca». Lo afferma il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervistato da Niccolò Carratelli per La Stampa.

A fine luglio finisce lo stato di emergenza, l’obiettivo è non prolungarlo, giusto?

«Non abbiamo ancora deciso, ci sarà una valutazione, 45 giorni durante una pandemia sono un tempo notevole per poter fare previsioni. Ma sarebbe bello chiudere con lo stato di emergenza, dare un segnale positivo al Paese. Se così fosse, però, dovremo individuare la strada normativa per prolungare l’attività del Comitato tecnico-scientifico e della struttura del commissario Figliuolo».

Ministro, la zona bianca ormai riguarda circa 40 milioni di italiani, le chiusure e le restrizioni sono servite?

«Avere due terzi del Paese in zona bianca è il frutto delle misure rigorose adottate e della campagna vaccinale che procede con numeri molto buoni. Nell’ultima settimana abbiamo registrato 11 mila nuovi casi, che prima contavamo in un giorno, e i ricoveri in terapia intensiva sono un sesto rispetto a poche settimane fa. Ma è necessario continuare sulla strada della prudenza e della gradualità, su questo punto c’è un’ampia condivisione anche trai cittadini».

Meno nella maggioranza di governo, dal centrodestra l’hanno accusata di essere il leader dei “chiusuristi”, che uccidono l’economia…

«Ciascuno risponde alla propria coscienza, io ho giurato sulla Costituzione di garantire il diritto alla salute delle persone. Ma trovo inaccettabile la contrapposizione tra ripartenza economica e battaglia sanitaria: vincere quest’ultima è la premessa per la ripresa».

Sono infondate anche le preoccupazioni sul mix di vaccini, cioè la seconda dose con Pfizer o Moderna dopo la prima con AstraZeneca?

«Sì, perché il cosiddetto “crossing vaccinale” è una cosa che la Germania fa da due mesi, che anche la Francia e la Spagna fanno da tempo: è una procedura che ha dato buoni risultati, non sono invenzioni, ma evidenze e studi scientifici».

Allora non era meglio dare un ordine preciso, invece di fare una raccomandazione? Così sembrate dire: «Fate voi…».

«Non è così, le questioni di natura sanitaria, a cominciare dalle strategie vaccinali, sono definite a livello nazionale e devono valere “erga omnes”. Lo ha stabilito chiaramente anche la Corte costituzionale. Non stiamo al dibattito politico, in cui si possono avere opinioni diverse: queste sono indicazioni scientifiche e perentorie, vanno rispettate».

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