Su Repubblica, con Sebastiano Messina, si parla della “farsa e del dramma” dei commissari calabresi: “Nel pieno del dramma Covid, la più povera delle terre del Sud – scrive – è passata dalla tragedia della morte della governatrice Santelli alla farsa dei tre commissari governativi della Sanità. Abbattuti – anzi abbattutisi da soli – nel giro di dieci giorni, uno dopo l’altro. Con lo stesso Strada che ha aspettato invano una nomina che non arrivava – anche se adesso Conte ha deciso di inviarlo subito sul campo.
La mossa del premier arriva quando il caso Calabria è ormai diventato un terremoto politico, con epicentro Palazzo Chigi. Perché è stato proprio il presidente del Consiglio ad aprire la partita, licenziando su due piedi Saverio Cotticelli. E non c’è da stupirsi se ancora una volta l’emergenza Covid sia diventata un pasticcio politico, perché nella sventurata Calabria le mani dei partiti su ospedali, nomine e appalti hanno creato il peggior sistema sanitario d’Italia, come sanno bene i calabresi che infatti, quando si mette male, vanno a farsi curare a Milano, a Padova o a Firenze, visto che a Polistena bisogna aspettare 306 giorni solo per un elettrocardiogramma, come ricordava Giuseppe Smorto qualche giorno fa.
Certo, la sorte è stata beffarda. Sembrava che la terra di Bernardino Telesio fosse stata risparmiata dal coronavirus: il 9 marzo, quando il governo decretò il lockdown nazionale, qui c’erano solo nove positivi (contro i 4490 della Lombardia). E ancora qualche settimana fa – era il 30 ottobre – la Calabria fu l’unica regione italiana che la Germania escluse, a sorpresa, dall’elenco delle zone con quarantena obbligatoria. Eppure, cinque giorni dopo essere scampata alla lista nera del governo tedesco, è finita tra le zone rosse del governo italiano.
Con questo panorama drammatico sullo sfondo, ci è toccato assistere a scene da commedia all’italiana. La drammaticità della situazione esigerebbe una scelta limpida, la nomina di un commissario che abbia l’autorevolezza e la competenza necessari non per bonificare la sanità calabrese – impresa che richiederà non anni ma decenni, se mai verrà avviata – ma per assicurare agli incolpevoli cittadini di questo sventurato Sud i mezzi per affrontare con dignità e speranza l’offensiva del coronavirus. Ora Conte promette una nomina meditata. E tutti speriamo che il governo, dopo aver sbagliato tre volte, non commetta l’errore numero quattro”.








