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Massimo Scaccabarozzi (presidente Farmindustria): «Rallenta il settore: rischiamo di non essere più competitivi»

«Rischiamo di non essere più competitivi». A sostenerlo è Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, commentando il rallentamento dell’industria farmaceutica dopo 10. Anche se nel 2021 incassa ancora una crescita della produzione (+1,3%), la chiusura del biennio del Covid sarà alla fine quasi piatta visto che nel 2020 il settore ha fatto registrare solo un +0,8%. «Quelli che arrivano dal nostro settore sono dei chiari segnali di rallentamento per problemi che ci trasciniamo da anni a cui si aggiunge l’aggravamento dei costi dell’energia».

«La Germania e la Francia ci hanno già raggiunto, ormai dobbiamo cominciare a parlare di leadership europea condivisa», dice, commentando i numeri in un’intervista al Sole 24 Ore, che chiede al Governo un tavolo che riunisca tutti gli attori e cioè ministero della Salute, Mef, Regioni, ma anche il Mise per trovare soluzioni «che rendano sostenibili la spesa, ma anche la possibilità di fare industria superando in un paio di anni il meccanismo del payback».

Il Covid non si è tradotto in più fatturato per l’industria farmaceutica, «anche perché in questi due anni di pandemia l’altra Sanità si è fermata o ha rallentato con milioni di screening e visite saltate e centinaia di migliaia di interventi chirurgici rinviati», spiega Scaccabarozzi. Da noi oltre «alla domanda interna è calata anche quella esterna.

E questo è avvenuto non solo perché anche in altri Paesi europei la domanda di farmaci è scesa come da noi, ma perché all’estero sono aumentate le produzioni e quindi hanno cominciato a esportare più di quanto facevano prima». Scaccabarozzi riconosce il fatto «che il Governo ha fatto qualcosa per far ripartire gli investimenti e per ultimo nella manovra di bilancio ha alzato i tetti della spesa, ma rispetto ad altri Paesi siamo ancora lontani».

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