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Pietro Salini (Ad Webuild): «Ripartenza: la sfida è creare condizioni ottimali a lungo termine»

«Siamo di fronte ad una grande sfida che è la sfida della ripartenza, non solo rimettendo a posto ciò che è stato danneggiato dalla pandemia, ma anche creando le condizioni per un nuovo sviluppo di lungo termine per il Paese, come quello che abbiamo visto nel secondo dopoguerra». Così l’amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini, ospite del programma TG2 Post su Rai 2, dedicato a “Impresa Italia”.

«Oggi la vera priorità» aggiunge «è creare lavoro ed occupazione in tutta Italia e le infrastrutture realizzate con un nuovo modello di collaborazione pubblico privato, sul modello Genova, rappresentano lo strumento migliore per rilanciare il Paese insieme a tutta la filiera. Le imprese del settore in Italia rappresentano un sistema con un expertise considerata tra le migliori al mondo e su questo serve fare leva per far ripartire il settore ed il Paese».

«Dobbiamo ripartire dal Sud Italia» prosegue Salini «e dai giovani, anche con scuole professionali che possano colmare il gap di formazione tecnica che deve permetterci di tornare a essere competitivi a livello internazionale e porre le condizioni per lo sviluppo di un piano di crescita di lungo termine. Noi stiamo già lavorando con molte università in Italia, come l’Università di Genova, e stiamo lanciando delle borse di studio intitolate a Alberto Giovannini per promuovere lo studio di materie Stem presso i giovani, in particolari donne e giovani del Sud, con idee di innovazione e digitalizzazione nel nostro settore».

In Italia, sono 7 mila le imprese coinvolte dal Gruppo Webuild nei 20 principali progetti e 7,5 miliardi di euro è il valore dei contratti con la filiera di questi 20 progetti. Solo nel Ponte Genova San Giorgio sono state attivate 330 imprese per un valore delle forniture che supera i 160 milioni di euro.

Oggi nel Sud, Webuild ha 10 grandi progetti operativi e altri 5 aggiudicati di recente, e in questi 10 progetti con una catena di fornitori diretti di 1.700 imprese per circa 950 milioni di euro di contratti.

«Questo è un momento epocale per l’Italia. Stiamo finalmente tornando a focalizzare le attività sul nostro Paese, facendo leva sull’accelerazione degli investimenti infrastrutturali favorita dal Pnrr. Siamo pronti a fare la nostra parte, per fare da traino e favorire una reciproca crescita per contaminazione all’interno di tutta la filiera», conclude Salini.

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