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Ernesto Maria Ruffini, direttore Agenzia delle Entrate: “Senza investimenti il Paese resta indietro”

«La PA è il telaio su cui poi cresce tutto il resto: se non si investe in quello, non cresce tutto il resto, non si rende il sistema Paese così come dovrebbe essere». Lo ha affermato Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia Entrate, secondo quanto riporta una nota intervenendo a Roma al convegno Renael, Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali, dedicato alla discussione dei temi più importanti legati alle questioni energetiche nazionali. «La PA è la più grande infrastruttura esistente in Italia. La PA ha bisogno di investimenti, di manutenzione, di cura, esattamente come un’opera pubblica», sottolinea.

«Se non si riparte da quello continueremo ad arricchire la nostra collezione di Gazzette Ufficiali ma, allo stesso tempo, continueremo a calpestare un Paese dove le innovazioni, i cambiamenti, sono molto più lenti delle parole scritte in Gazzetta Ufficiale» ha proseguito. «In Italia siamo convinti che per cambiare la realtà che ci circonda sia necessario approvare una norma. E invece in Italia le leggi non sono sufficienti: c’è bisogno di qualcuno che attui le norme, e il primo ingranaggio che dalla Gazzetta Ufficiale deve portare nella realtà concreta è l’apparato amministrativo dello Stato, la PA».

Secondo Ruffini «c’è una consapevolezza da acquisire in cui siamo parte di una comunità, di un Paese, dove essere tutti sulla stessa barca non è solo un modo di dire. Quando si è tutti sulla stessa barca o si inizia a fare la propria parte o si è un pericolo per gli altri: alla prima burrasca la barca rischia di fermarsi o di andare a picco. Riuscire ad avere la consapevolezza che ciascuno di noi è all’interno di un contesto, per cui l’ecosistema non è una cornice ma parte integrante del nostro vivere».

«L’industrializzazione di intere aree del mondo ha sottratto aree alla terra con deforestazione e desertificazione: c’è uno squilibrio tra siccità e alluvioni nel giro di pochissimo negli stessi territori. Bisogna comprendere come ciascuna nostra azione possa interferire positivamente su tutto questo, possa avere effetto positivo. Ci sono scelte di ciascuno di noi che possono influire. Grazie alla scuola mia figlia ha preteso che a casa non entrassero bottiglie di plastica: è una regola stabilita da mia figlia oltre 10 anni fa. Questa terra è da consegnare ai miliardi di uomini e donne che la calcheranno più avanti, alle future generazioni».

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