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Rischiamo shock devastante sugli appalti del Pnrr | Lo scenario

I tempi del nuovo codice appalti sono incompatibili con la realizzazione degli investimenti del Pnrr. E’ l’allarme lanciato dai costruttori dell’Ance. Il problema è la mancanza di un periodo transitorio, che l’Ance chiede a gran voce.

“Abbiamo inserito la riforma dei contratti pubblici proprio mentre stiamo attuando gli investimenti del Pnrr – attacca la presidente dell’Ance Federica Brancaccio – Non c’è che dire, come Paese siamo impavidi…”.

Per Brancaccio “lo shock di innovazione normativa rischia di essere devastante” soprattutto per gli appalti del Pnrr. Per questo chiede che “anche rispettando le scadenze inziali, si possa almeno rimandare la piena attuazione” del nuovo codice. 

Serve “un tempo adeguato” e “un confronto con gli operatori del settore”, altrimenti si rischia il blocco degli investimenti.

I costruttori dell’Ance “preoccupati” sull’attuazione di alcuni punti e che si possa ripetere il blocco dei bandi come accadde nel 2016.

 Immediate le rassicurazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, sull’entrata in vigore, su cui  “ci sono dei ragionamenti in corso con l’Europa”.

L’approvazione prevista per il 31/3, dice, “non è in discussione, ma per l’entrata in vigore di un codice di 230 articoli con 35  allegati, ai Comuni per spiegarlo ci vorrà del tempo, ci  vorranno alcuni mesi”, perché “è chiaro che se piombasse dalla  sera alla mattina, senza accompagnamento, bloccherebbe”. 

Nel 2016, ricorda l’Ance, l’introduzione del Codice 50, “provocò il crollo dei bandi di gara” per quasi tutte le classi di  importo e secondo la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio,  “lo choc di innovazione normativa rischia di essere devastante”  soprattutto per gli appalti del Pnrr e chiede che, “anche  rispettando le scadenze iniziali, si possa almeno rimandare la  piena attuazione” del nuovo codice. 

“Questo è un codice che nei principi ci vede non favorevoli, di più. Ci preoccupa – aggiunge Brancaccio – in alcuni punti di attuazione, come la qualificazione delle stazioni appaltanti che non ci sarà il primo luglio 2023 e questo è un grande rischio” e “la revisione dei prezzi obbligatoria se è una norma finalmente recepita, rischia di diventare un disastro nella sua  attuazione, perché di fatto non è una revisione automatica”. 

Secondo Salvini quella del Codice degli Appalti “è una bozza assolutamente aperta, permeabile” e “l’importante è non smontare l’impalcatura, ma delle migliorie sì”, comunque “nessun articolo è intoccabile”, aggiunge.

Per il Ministro “l’obiettivo è semplificare”, e dopo il passaggio parlamentare, il nuovo codice degli appalti “sarà ancora più snello, veloce ed efficace”. Il Ministro, riferiscono fonti del Mit, è “convinto che tagliando  tempi morti e burocrazia ci saranno meno spazi per tentativi di  corruzione”. 

A chiedere più tempo sul nuovo Codice degli Appalti è anche il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, che “pur dando un giudizio positivo sul testo approvato dal governo, riteniamo ci sia molto da migliorare. E se per farla bene e applicarla bene, serve più tempo rispetto alla scadenza del 31 marzo 2023, allora  facciamola slittare al 2024 per la sua entrata in vigore”. 

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