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[L’analisi dei dati] 7 giorni per finire le attuali scorte dei vaccini. Ecco come corre la macchina delle somministrazioni Regione per Regione

Il 16 aprile in Italia sono state effettuate 347.279 somministrazioni di vaccini anti-Covid, una cifra record dall’inizio dalla campagna vaccinale.

A fine marzo, il Presidente del Consiglio Mario Draghi in un discorso all’aula del Senato aveva tracciato la strada da percorrere sul fronte delle vaccinazioni: «Voglio trasmettere un messaggio di fiducia a voi, e a tutti gli italiani. Ho ripetuto in queste settimane che il Governo è determinato a portare avanti la campagna vaccinale con la massima intensità. E siamo già all’opera per compensare i ritardi di questi mesi. Dobbiamo farlo per la salute dei cittadini, per l’istruzione dei nostri figli, e per la ripresa dell’economia. Il nostro obiettivo per la campagna vaccinale è portare il ritmo a mezzo milione al giorno».

E’ chiaro quindi che la ripartenza dell’Italia passa necessariamente attraverso il successo della campagna vaccinale, che però ha subìto dei rallentamenti anche negli ultimi giorni a causa dello stop ai vaccini AstraZeneca e Johnson&Johnson. Il traguardo del mezzo milione di somministrazioni al giorno appare ancora distante e non raggiungibile nel breve periodo.

Andando ad analizzare i dati pubblici che il ministero della Sanità quotidianamente diffonde e aggiorna, notiamo che ad oggi sono state somministrate quasi 15 milioni di dosi vaccinali. 10,5 milioni di persone hanno ricevuto la prima dose, e 4,4 milioni hanno invece avuto entrambe le dosi. Quindi al momento le persone vaccinate rappresentano il 7,31% della popolazione complessiva, e per poter parlare di immunità di gruppo la cifra stimata è intorno al 70-80%, quindi ancora distante.

La Regione che ha somministrato il maggior numero di dosi è la Lombardia, con oltre 2,5 milioni di somministrazioni effettuate, complice anche l’accelerazione avuta negli ultimi giorni grazie al passaggio alla piattaforma nazionale gestita da Poste Italiane. Sempre la Lombardia è la regione con il più alto numero di persone vaccinate, poco più di 730 mila, seguita dal Lazio con oltre 430 mila vaccinati e dall’Emilia Romagna con 382 mila seconde dosi somministrate.

Diverso è il discorso se si rapporta la campagna vaccinale agli abitanti di ogni singola regione, dove appunto svetta il Molise nelle due categorie di misurazione previste, avendo la percentuale più alta di dosi somministrate rispetto alla popolazione (30,39%) e di persone vaccinate rispetto alla popolazione (9,12%).

Le Regioni con il maggior numero di abitanti arrancano in queste classifiche percentuali, ad eccezione del Piemonte e dell’Emilia Romagna che, pur avendo oltre 4,5 milioni di abitanti, hanno già superato l’8,5% di persone interamente vaccinate, al di sopra quindi della media italiana.

Per quanto riguarda le fasce di età, quasi il 50% degli over 80 ha ottenuto una vaccinazione completa con entrambe le dosi somministrate e questa è sicuramente una buona notizia nell’ottica di voler dare la precedenza alle categorie più esposte all’azione del virus.

Man mano che si scende di fascia d’età, tuttavia, aumenta la distanza tra le persone che hanno ricevuto la prima dose e quelle che hanno ricevuto la seconda dose di vaccino, presumibilmente per i rifiuti di AstraZeneca e per una difficoltà di reperimento dei vaccini stessi.

Da questo punto di vista, infatti, le consegne attuali si attestano su 17,3 milioni di dosi in totale, quindi le scorte non ancora somministrate sono poco più di 2,3 milioni, che, se fossimo al ritmo desiderato di mezzo milione di dosi giornaliere, coprirebbero appena 5 giorni. O poco più di una settimana procedendo al ritmo attuale.

Serve alzare il ritmo degli approvvigionamenti del vaccino per poter realmente alzare il ritmo delle somministrazioni.

Ad oggi, il vaccino maggiormente utilizzato in Italia è il Pfizer, con oltre 11 milioni di dosi consegnate, seguito a distanza da AstraZeneca con oltre 4 milioni e da Moderna con 1,3 milioni di dosi.

La strada verso l’immunità di gregge sembra davvero ancora lunga, ma la volontà e la necessità di ripartire e quindi di riaprire è veramente forte. In questo iato troviamo le due posizioni opposte di chi frena le riaperture in base a queste evidenze numeriche e chi invece ne vuole l’accelerazione, per esigenze di sopravvivenza economica.

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