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Raffaello Napoleone (ad Pitti Uomo): «Pitti Uomo non si ferma, con un’edizione online. Speriamo a giugno di poter festeggiare la 100esima in presenza»

Parte Pitti uomo. Nonostante la pandemia, è stato infatti tagliato il nastro di un gennaio del menswear, ma in versione digitale. Per la manifestazione fiorentina è la 99esima edizione, in un anno particolare che però non ha abbattuto gli organizzatori, che hanno puntato tutto sul digitale, in attesa di tempi migliori. L’evento avverrà infatti sulla piattaforma Connect, in cui circa 250 aziende di moda maschile esporranno virtualmente le loro collezioni, tramite un canale fruibile fino al 31 marzo. La realizzazione di Pitti uomo è resa possibile anche grazie all’appoggio di Agenzia Ice e del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale.

A inaugurare la manifestazione è stato Brunello Cucinelli, dalla sede della sua azienda a Solomeo. Assieme a lui hanno presenziato l’incontro, Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti immagine, e il direttore generale Agostino Poletto. Assieme a Cucinelli, nel borgo umbro, è andata in scena una chiacchierata che ha visto la presenza anche del sindaco di Firenze, Dario Nardella. Preludio alla presentazione della collezione autunno-inverno 2021/22 del marchio.

Raffaello Napoleone ha raccontato a Mff il format digitale che muove l’edizione di quest’anno di Pitti uomo. «Riprodurremo l’atmosfera che si crea quando si va a salutare gli espositori dopo la cerimonia inaugurale. L’idea è quella di replicare in rete una presentazione della collezione, secondo un format che, con dinamiche differenti, sarà poi riproposto i giorni successivi per Herno, Kiton e Lardini. L’impossibilità di fare il fisico ha portato con sé la necessità di creare comunque qualcosa di interessante per gli espositori, i compratori e tutti i fruitori della piattaforma».

«Stiamo aspettando le disposizioni in materia di fiere del prossimo Dpcm atteso a giorni, con il quale il governo deciderà se prorogare lo stato di emergenza. Certo è che la situazione, se si guardano i numeri, non è semplice e il virus continua a girare molto. Penso non sia facile poter fare un’edizione fisica. Cercheremo di fare in modo che ci siano tutti gli strumenti necessari per dare garanzie, sollecitando le persone perché si presentino con il tampone fatto. Cambierà anche la distanza tra i corridoi che da 2,5 metri passerà a 4 metri. Stiamo predisponendo pass digitali sul telefonino, per evitare file per il badge fisico e chioschi per la registrazione sparsi per la città. Infine, la pulizia della Fortezza verrà effettuata più volte al giorno». In caso di spiragli per svolgere fisicamente l’evento, gli organizzatori del salone hanno già predisposto una sorta di protocollo di contenimento, chiamato “Safer with Pitti”.

Intanto tutti i riflettori restano puntati su Pitti Connect, forti del follow up della precedente edizione che, con 227 espositori per l’uomo (543 in totale compresi bimbo, filati, fragranze e super) ha registrato 1 milione e 276 mila pagine visualizzate con oltre 8.000 buyer intervenuti, dei quali il 44% esteri di cui 6.800 compratori alla scorsa edizione.

«C’è quindi una comunità che ha fiducia in Pitti, che è fedele al salone», ha proseguito Raffaello Napoleone, che in merito alle aspettative ha ribadito come queste siano legate allo scenario economico. «È una situazione che si chiude per il 2020 in contenimento con un fatturato, in base alle previsioni di Confindustria moda su dati Istat e Sita, in calo del 18,6% per 8,263 miliardi rispetto ai 10,147 miliardi del 2019, a fronte di una crescita del 6,6% nel 2018. Siamo scesi a livelli più bassi del 2015, quando il fatturato della moda maschile si attestava a 8,8 miliardi facendo un bel passo indietro se si considera oltretutto che il rilevamento si ferma a novembre, escludendo due mesi segnati da chiusure importanti delle attività commerciali. Il valore delle produzione è passato da 4,68 miliardi a 3,799 miliardi, in calo del 18,9%, mentre l’export da 7 miliardi a 5,8 miliardi (-16,7%). L’import da 4,652 a 3,820 miliardi (-17,9%). Il saldo commerciale rimane comunque positivo a 2 miliardi rispetto a 2,377 miliardi del 2019, più del 2016 e del 2015. Un dato rilevante che conferma la straordinaria importanza dell’export, forte sostegno per tutto il sistema e conferma dell’importanza di fare le fiere».

Le speranze sono tutte per l’edizione di giugno, la 100esima di Pitti uomo. «Potrebbe essere l’edizione della ripartenza, confidando nell’efficacia del piano vaccinale. Inoltre il clima per le imprese sta migliorando. Il patto di libero commercio con il Regno Unito è stato un buon segnale, considerando che questo mercato resta tra i primi tre/quattro per le esportazioni italiane. Da parte nostra, siamo al lavoro per ripensare la fiera. Quello che è successo ci ha portati a ragionare sull’importanza di rinnovarci. Un grosso impegno ma anche una grande opportunità. Ci stiamo lavorando in prospettiva per offrire qualcosa di utile che stimoli i nostri espositori», ha concluso Napoleone.

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