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Profumo: “Il grande problema dei prossimi anni sarà il cyberterrorismo”

L’amministratore delegato di Leonardo Spa, Alessandro Profumo lancia l’allarme e candida il suo gruppo per un ruolo importante nello sviluppo dell’innovazione e nella sicurezza digitale. “Il pericolo dei prossimi anni è il cyberterrorismo: Leonardo si candida a essere il presidio per la sicurezza cibernetica e l’indipendenza digitale del Paese. Stiamo parlando – ha detto a La repubblica – di una grande azienda manifatturiera ad alta competenza tecnologica che fa della sostenibilità e dell’innovazione la propria ragione di esistere. Così come i temi legati alla sicurezza fanno parte delle nostre attività principali. Leonardo – ha continuato – può essere un attore importante per affrontare il cambiamento”.

I DETTAGLI SPIEGATI DA PROFUMO
“Fondamentale l’impegno in ricerca e sviluppo. A febbraio, appena prima dell’emergenza, abbiamo preparato un piano al 2030 legato all’innovazione, grazie anche all’ingresso nella squadra di Roberto Cingolani, dopo aver guidato l’Istituto italiano di tecnologia. Uno dei capisaldi è il progetto Leonardo Labs: laboratori legati ai nostri centri produttivi in cui si svilupperanno nuove tecnologie al servizio delle diverse divisioni del gruppo che potranno avere ricadute anche in altri ambiti e sulle comunita’ locali. Si parte – ha continuato Profumo – dalla capacità di calcolo, dall’uso dei supercomputer e dalla capacità di archiviazione per lavorare sull’intelligenza artificiale, big data, realtà aumentata, ricerca materiali e sistemi non pilotati con tutte le ricadute che potranno avere non solo nei settori che sono il core business di Leonardo, dalla Difesa, sicurezza, all’aerospazio, ma anche nel presidio e monitoraggio sanitario. Pensiamo alla medicina a distanza o alla gestione dei dati base per la medicina preventiva. In parte – ha aggiunto – saranno laboratori aperti a contributi esterni. A Genova, per esempio, stiamo già dialogando con due istituzioni di primo piano. E a breve partirà il bando per l’assunzione dei primi 60 giovani ricercatori. Ma abbiamo anche progetti di partnership: a Pomigliano d’Arco svilupperemo un centro per lo studio di nuovi materiali in collaborazione con una multinazionale”.

“Da due – continuato – ha anni lavoriamo sulla catena dei nostri fornitori: Leonardo lavora con 2.700 Pmi e di cui la metà copre il 95% del totale delle forniture. Le abbiamo incontrate una a una, abbiamo fatto una valutazione e abbiamo identificato le aziende con cui consolidare una partnership strategica: ora loro conoscono le nostre aspettative e sanno cosa possono fare per noi. Abbiamo parlato con le banche con cui lavoriamo perche’ queste aziende possano avere un accesso al credito legato al nostro rating e abbiamo siglato accordi per corsi mirati di formazione professionali. Qualcuno mi ha detto: lo fate perchè siete pubblico? No, perchè è nostro interesse di impresa favorire la filiera dei fornitori. Poi siccome Leonardo è’ una azienda partecipata dallo Stato dobbiamo sentire ancora di più questa responsabilità”. “

“Pur nella gravita’ della situazione, penso che siamo di fronte alla possibilità di ridisegnare la politica industriale del Paese. E le grandi aziende che sono in fondo alla filiera hanno un ruolo fondamentale, altrimenti qualunque modello non sarebbe sostenibile. Leonardo – ha continuato l’a.d.- ha una forte capacità sulla gestione degli attacchi cibernetici, sia nella fase di prevenzione sia nella gestione. Abbiamo un centro a Chieti dove per i nostri clienti facciano un’opera di presidio e siccome chi decide un cyberattacco non lo fa dall’oggi al domani, con i nostri strumenti riusciamo a percepire l’imminenza di un pericolo. Facciamo consulenza sia nella fase di prevenzione sia per come deve organizzarsi all’interno per reagire a un eventuale attacco. Sono attività fondamentali, soprattutto dopo Covid: pensiamo allo home working, e a quanto ha allargato la superficie potenziale di un cyber attacco”.

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