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Pierroberto Folgiero, AD Fincantieri: “La geopolitica porterà il mondo a dividersi in blocchi” | Lo scenario

La geopolitica, che oggi favorisce con il “vento in poppa” chi si occupa di cantieristica navale, porterà a un mondo diviso in blocchi che “cercherà un po’ di chiudersi, di accorciare le catene, di difendere le proprie industrie”. E, in questo contesto, l’Italia “può giocare un ruolo molto più forte e diverso”, quindi bisognerà avere “un accompagnamento alle aziende che vanno all’estero”.

L’ha detto oggi Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri, intervenendo al convegno “L’Italia si trasforma, una sfida Capitale” organizzato dal Messaggero.

“Oggi abbiamo la fortuna di avere tanto vento in pompa sul nostro business. Avete visto che le navi da crociera sono di nuovo molto attive, sono tutte in flotta, con percentuali di occupazione alte. La difesa è su un ciclo macroeconomico potente, geopolitico, che durerà anni. I nostri prodotti navali e militari sono rispettati in tutto il mondo, adottati addirittura dagli Stati Uniti”, ha affermato Folgiero.

“Con questo vento in pompa forte dobbiamo guardare al processo produttivo ai cantieri con coraggio, con coraggio manageriale, investendo, pensando che ci sia un ciclo lungo davanti, non solo cercando di salvare i posti di lavoro dell’anno prossimo. Ecco che stiamo investendo nell’automazione di molte attività che si svolgono in cantiere, stiamo robotizzando la saldatura insieme a Comau per la prima volta. Solo noi e i coreani abbiamo in campo aperto saldatrici robotizzati. Questo ci aiuterà anche a tirare gli italiani alla produzione. Una volta si diceva che se fai male a scuola ti mandano in cantiere. Dobbiamo spiegare ai ragazzi che c’è un lavoro che ha senso industriale di lungo termine, che è il lavoro di produzione. Nell’epoca del software serve qualcuno che faccia l’hardware, che faccia il ferro” ha continuato l’a.d. di Fincantieri.

“Io penso – ha detto ancora – che il mondo uscirà prima o dopo da queste crisi diviso in blocchi e ogni blocco cercherà un po’ di chiudersi, di pensare alle catene locali, di accorciare le catene, di difendere le proprie industrie. Ecco, l’Italia con il suo ruolo da esportatore, secondo me, può giocare un ruolo molto più forte e diverso. Quindi non si può non considerare l’importanza di avere un accompagnamento alle aziende che vanno all’estero in un momento così particolare, al punto di dire che diventerà un punto di forza. Penso che il Piano Mattei, ma il Mediterraneo in generale, sarà il primo teatro dove questo esercizio deve funzionare. Con le nuove tecnologie e con le industrie tradizionali”.

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