Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Piani individuali di risparmio, strumento di supporto alle piccole imprese

Questo ed altro è emerso dai Panel che si sono susseguiti nel corso della seconda edizione dell’MF Aim Day, evento organizzato da MF/MilanoFinanza e ClassCNBC che ha visto investitori, esperti e addetti ai lavori susseguirsi in una serie di dibattiti sullo stato di salute del mercato Aim e sulle sue prospettive future

“Da anni abbiamo in Italia un problema, che è quello di collegare il grande risparmio delle famiglie italiane con la necessità di finanziamento del capitale delle imprese. E’ vero non è un problema nuovo ma oggi è ancora più attuale- ha detto Gregorio De Felice, Chief Economist Intesa Sanpaolo – l’Aim ha certamente fatto progressi, ma se lo confrontiamo con l’Aim Uk siamo molto indietro. Il numero delle aziende è 1/6 di quello inglese, la capitalizzazione è circa 1/20 e la liquidità e’ 35 volte più piccola. Dobbiamo superare alcuni timori e dare ancora più stimoli”.

Barbara Lunghi, Primary Market Manager, Borsa Italiana, ha evidenziato che “il mercato dei capitali alternativo, Aim in particolare, ha svolto in questi anni un ruolo importare di connessione tra imprese e ricerca di capitali e investitori, ma credo possa svolgerlo molto meglio. I numeri e le distanze che ci separano dal mercato anglossasone, e sicuramente si può fare di più, il bacino potenziale di imprese in Italia che potrebbero accedere a questo tipo di strumento e’ enorme”.

“Noi ovviamente siamo molto positivi sui pir alternativi. Solo 12 mesi fa nella prima edizione di questo evento eravamo messi malissimo con i pir tradizionali che erano stati stravolti da interventi non felici. Oggi abbiamo gli strumenti”, ha ricordato Andrea Vismara, CEO di Equita. “I Pir alternativi sono complementari. Sono fondi chiusi. Sono strumenti perfetti e complementari. Sono capitali pazienti e adatti a investire sulle small cap, che sia su Aim o fuori”.

Paolo Mancini, co-direttore del debito privato di Muzinich, ha ricordato che “mancano investitori di lungo periodo sull’Aim. Anche noi lamentiamo l’assenza di investitori istituzionali di lungo periodo”.

“I veri assenti sul mercato azionario italiano”, secondo Giovanni Natali, presidente 4Aim Sicaf e Alberto Gustavo Franceschini, presidente Ambromobiliare, sono i fondi pensioni e le compagnia assicurative. Natali a Franceschini hanno ricordato infatti che le assicurazioni italiane investono meno del 5% del patrimonio nel comparto azionario, mentre i fondi pensione dedicano meno del 3% delle risorse alle aziende italiane. Le compagnie assicurative italiane, nel 2019, hanno effettuato investimenti azionari (azioni quotate, O.I.C. azionari e fondi di private equity) per circa euro 25 miliardi, con un’incidenza inferiore al 5% rispetto al patrimonio, contro il 20% della Francia, il 28% della Germania e il 29% del Regno Unito.

Per quanto riguarda invece i fondi pensione italiani, Franceschini ha ricordato che gli investimenti in titoli di capitale si concentrano principalmente all’estero: 21 mld euro contro 1,2 mld investiti in aziende domestiche. Inoltre, circa il 77% degli investimenti domestici sono dedicati ai titoli di Stato. “C’è un bacino di utenza incredibile” rappresentato dai fondi pensioni e dalle assicurazioni italiane per sostenere le pmi italiane, ha sottolineato Natali. Altri due elementi su cui sono e’ stato posto l’accento sono stati la ricerca e la sostenibilità.

“La ricerca permette di spostarsi da quest’asset class, dalle imprese che devono essere quotate e andare a vedere la singola azienda. Stupisce che, sull’Aim, quasi 30 fanno a meno di questo strumento e la meta’ si affidano ad un solo fornitore. La ricerca è un buon modo per raccontare agli investitori attuali e futuri come vengono utilizzati i fondi che si vanno a chiedere”, ha dichiarato Kevin Tempestini.

“Importante anche il tema delle sostenibilità. Un’analisi della propria sostenibilità è sicuramente molto interessante per l’investitore e aiuta moltissimo nel linguaggio e nella presentazione della società”, ha affermato Jacopo Schettini Gherardini, PhD. Direttore Ufficio Ricerca, Standard Ethics.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.