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Un’impresa tutta al femminile che punta all’Estremo Oriente e agli Stati Uniti

Tra i fenomeni sociali emersi durante i periodi di lockdown c’è stata anche una impennata di chi ha deciso di ritinteggiare la propria casa. Ne è un concreto esempio il netto aumento del fatturato raggiunto nel 2020 da Pennelli Cinghiale: +40%, per circa 10 milioni di euro. Un “grande pennello”, come era definito in un celebre spot degli anni Ottanta, che vende all’estero il 10% della sua produzione, dall’Europa al Medio Oriente con una spinta in questo 2021 sui mercati dell’Estremo Oriente e degli Stati Uniti.

L’impresa comincia nel 1944 quando, nel Mantovano, il 24enne Alfredo Boldrini ed il fratello Amedeo cominciarono a vendere alle massaie scope in saggina – pianta che abbondava in queste zone -, girando di paese in paese con le loro biciclette. Ma abbondavano anche i maiali e i due fratelli decisero quindi di dedicarsi alla produzione di pennelli e spazzole. Terminata la guerra, nel 1945, nasce l’azienda a Cicognara, una frazione di Viadana.

Il nome Pennelli Cinghiale venne scelto quando, nel 1950, si abbandonano le scope per produrre pennelli e per esprimere l’idea della loro resistenza, perché i pennelli sono fatti in realtà con setole di maiale e, dal 1970, peraltro di provenienza cinese. Eccezion fatta per il 10% della produzione rappresentata dai pennelli realizzati in setola mista, con materiale sintetico di elevata qualità. Nel 1958 si passa dalla produzione a mano a quella industriale. Negli anni Sessanta l’azienda arriva ad avere circa 100 dipendenti e a vendere i prodotti in tutta Italia. Ma la vera notorietà commerciale viene con la pubblicità televisiva ideata da Ignazio Colnaghi (lo stesso che inventò anche il pulcino Calimero), diventata col tempo un vero e proprio cult, e ancora oggi trasmessa nella versione originale.

Lo spot, la cui prima messa in onda avvenne nel 1975, vede protagonista un imbianchino (interpretato dall’attore caratterista Enzo De Toma) che pedala nel traffico di Milano con un enorme pennello legato alla schiena e che viene fermato da un vigile urbano che gli chiede spiegazioni sullo strano carico. “Devo dipingere una parete grande, ci vuole il pennello grande!” la sua spiegazione. Cui segue la pronta risposta del vigile: “Non ci vuole un pennello grande, ma un grande pennello!”.

Attualmente Pennelli Cinghiale è guidata dalla seconda generazione della famiglia Boldrini, tutta al femminile: con la figlia del fondatore, Katiuscia Boldrini alla presidenza e le due nipoti, Eleonora Calavalle amministratore delegato e la sorella Clio, responsabile della produzione. Sempre nella sede originaria di Cicognara l’azienda è arrivata ad avere uno stabilimento di 10 mila metri quadrati dove, a breve, verrà utilizzato un macchinario a tecnologia 4.0 per produrre pennellesse con filamenti sintetici, per circa 50 mila pezzi al giorno. 

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